Tornano
gli svedesi Carpet Knights che tanto mi avevano impressionato col
loro album precedente, che conteneva un suggestivo mix di prog, psichedelia
e musica folk, sulle orme di gloriose formazioni dei seventies. Questo
nuovo album non è da meno e ci restituisce una band in piena
forma, che ha saputo mantenere alto il proprio stile compositivo.
La formula dei Carpet Knights non è cambiata, anche se è
leggermente aumentato il lato pià hardeggiante del gruppo.
Le intenzioni appaiono chiare fin dall’iniziale “Headcase”,
un convincente hard prog di ottima fattura, che sembra uscire dritto,
dritto dagli anni ’70. Gli intrecci di flauto e chitarre costruiti
su ritmiche incalzanti sono molto intriganti. Spettacolare “Gaze
Through the Days I’ll Hide”, un brano molto convincente,
che mescola psichedelia, prog, hard rock in un mix perfetto. “Without
a Past” è anche meglio, agli elementi precedenti si aggiunge
una riuscita atmosfera dark. “Eternal Sleep” è
una piece de resistance che nei suoi sette minuti mostra tutta l’abilità
di questi musicisti nel costruire trame musicali molto evocative.
“Cosmical Mind” è un bell hard prog, dominato da
un giro ipnotico di chitarra che ricorda anche certo space rock degli
Hawkwind. “Lost” è meno immediato dei brani precedenti,
ancora molto ipnotico, ma più psichedelico. Da questo punto
l’album prosegue mantenendo sempre una linea molto buona, anche
se non ci sono più sorprese, ma solo buone conferme.
I Carpet Knights sono uno di quei gruppi che sembrano partoriti da
una strana macchina del tempo, qualcuno può pensare che siano
“regressivi”, tanto suonano settantiani, ma io credo che
sia un bene che dei giovani tornino a suonare alla vecchia maniera,
che in fondo è quella che nel tempo si è dimostrata
essere la più sincera e creativa. GB
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