Rock Impressions

Bob Catley
BOB CATLEY - Spirit Of Man
Frontiers

La carriera di Catley è iniziata con i Magnum all’insegna del pomp epico, tanto che i primi dischi col gruppo sono quanto di meglio si possa ascoltare in questo genere, ma col tempo i Magnum si sono spinti sempre più verso sonorità americane e easy listening che, francamente, non mi avevano mai fatto impazzire, non fosse altro per il fatto che ho sempre avuto bene in mente di cosa erano capaci quando osavano avventurarsi nei terreni della fantasia epica, anche se riconosco che lo hanno fatto con classe e dignità. A seguito dello scioglimento (poi si sono riformati però) Bob ha intrapreso la carriera solista ed è tornato sui suoi passi, ha rispolverato la vena eroica e ha ritrovato la grinta di un tempo. Ne sono nati un album migliore dell’altro e questo ultimo si colloca alla perfezione nel suo recente percorso artistico.

Il viaggio inizia con l’anthemica “Heart of Stone”, un mid tempo epico e classico che scalda subito i motori. Certe linee melodiche dell’attacco di “Moment of Truth” sono decisamente deja vu, con la chitarra di Vince O’Regan che si impenna, poi la canzone diventa un po’ più personale con gran finale pomp. “In the Name of the Cause” unisce refrain molto catchy ad un impianto modernista intrigante per una epicità futurista. Da segnalare il finale misticheggiante di “Blinded by a Lie”. Molto romantica “Last Snows of Winter”, una ballad elettrica che scalda il cuore… e scioglie l’ultima neve dell’anima. La title track è un brano vigoroso, dove elettricità e melodia si sposano in un matrimonio indissolubile. Per quanto possa essere un brano scontato, “The Fire Within Me” è perfetta nel incedere preciso. “Judgement Day” offre un giro di chitarra acustica che poi diventa elettrica, nella migliore tradizione delle ballad con crescendo epico. “Lost to the Night” è un po’ riempitiva, ma non inficia il bilancio complessivo. Ma quando i giochi sembrano fatti ecco che arriva uno dei momenti più belli del disco: “Beautiful Mind”, assolutamente imperdibile, questo solo brano vale l’acquisto del cd con le sue melodie altamente evocative e un’interpretazione da brivido, dieci e lode. Carina anche “Walk on Water”, ma è il lento finale “End of the Story” che chiude degnamente un grande album fatto da un artista che dimostra ancora una volta di avere un grande cuore. E non servono altre parole. GB

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Interviste: 2006

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