Rock Impressions
 

INTERVISTA AI CALIFORNIA GUITAR TRIO
di Michele Maestrini

Mi racconti una breve biografia della band dagli esordi ad oggi?
Ci siamo conosciuti nel 1987 mentre stavamo frequentando un corso di chitarra con Robert Fripp dei King Crimson; all’epoca Robert aveva una casa in inghilterra dove invitava gli studenti per lavorare e studiare assieme e fu in quella circostanza che ci incontrammo e gettammo le basi della nostra collaborazione. In seguito formammo un gruppo con Robert chiamato “League of Crafty Guitarists” col quale facemmo dei tour in Italia, America e Canada; quando questo progetto finì, noi tre decidemmo di rimanere assieme e di continuare a collaborare in quanto ci trovavamo molto bene sia sul piano personale che su quello musicale. In questo periodo io abitavo in America, a Los Angeles e invitai Hideyo Moriya e Bert Lams a Los Angeles e gli proposi di formare il California Guitar Trio. Questo è stato un punto fondamentale per la storia della band in quanto cominciammo a scrivere materiale e a vivere a stretto contatto per quasi quattro anni, dal 1991 al 1995. Durante questi anni abbiamo anche suonato molte date dal vivo non badando se fosse un piccolo coffe shop o un piccolo caffè, le case di riposo per gli anziani o i centri per persone disabili; ogni posto per noi era un’occasione per suonare. Nel 1993 Robert Fripp ci invitò ad aprire le date dei concerti di Fripp e Sylvian in Giappone e in Italia e questi furono i nostri primi concerti veramente importanti. Successivamente ci fu l’occasione nel 1995 di andare in tour con i King Crimson con i quali facemmo quasi due anni di date live, in America, Europa, Giappone e Canada, per un totale di quasi 140 concerti. Dopo il tour con i King Crimson intraprendemmo un tour da soli, prevalentemente in America, sia in rock club che in teatri classici.

Come descriveresti la musica che fai con i California Guitar Trio?
Se quando viaggio conosco qualche persona nuova e mi viene chiesto che genere facciamo, normalmente gli fornisco una descrizione molto generica e gli rispondo che suoniamo musica strumentale acustica. La ragione per cui definisco così il nostro genere è che in questo modo posso inglobare tutta una serie di generi differenti fra loro, senza spiegare dettagliatamente cosa facciamo; facciamo Jazz? Rock?…non è insomma un genere ben definito ma credo anche che nella musica non sia importante avere questo tipo di categorizzazioni. Non è importante che tu sia un musicista rock o un musicista classico, questo non ci importa. Capisco anche però che questo possa rappresentare un problema in quanto la gente non sa come descrivere la tua musica e i negozianti non sanno in che genere disporre i tuoi cd. Per noi comunque è anche un vantaggio in quanto la musica che facciamo è qualcosa di originale e unico. Credo anche che le persone interessate alla buona musica riescano a trovare cose interessanti un po’ dappertutto, ad esempio vedo ai nostri concerti un sacco di Rock e Heavy Metal fans che sembrano apprezzare molto la nostra proposta.

Ho notato che molto spesso la vostra musica è associata con il Progressive Rock… cosa ne pensi di questa etichetta?
La cosa che mi fa più piacere è che solitamente le persone che ascoltano questo genere sono ascoltatori molto attenti e molto seri, vanno a tutti i concerti e comprano moltissimi cd. L’aver suonato con i King Crimson inoltre ci ha fatto avvicinare molto al popolo progressive e molti sono diventati anche nostri fans. Come sai abbiamo suonato anche con Tony Levin e Pat Mastellotto nel progetto CG3+2 che possiede sonorità molto vicine al progressive. In sostanza per me è molto bello avere questo tipo di fans in quanto sono fra i più motivati in ambito musicale; al tempo stesso però, suoniamo anche per un audience più classica…e puoi notare lo stupore nel presentare ad esempio Heart Of The Sunrise ad ascoltatori abituati a Bach e ad altri compositori classici; è anche un modo per portare in giro generi diversi per orecchie diverse.

Hai appena nominato Heart Of The Sunrise.. inoltre so che avete coverizzato Bohemian Rhapsody.. perché proprio queste canzoni?
Abbiamo scelto queste canzoni perché sono state molto significative nel nostro passato. Quando ero poco più che un teenager gli Yes erano uno dei miei gruppi preferiti e conosco la canzone molto bene in quanto l’ho ascoltata per diversi anni; abbiamo amato molto queste canzoni e per noi è stata una sfida cercare di ricreare questa musica portando all’interno anche qualcosa di nuovo. La nostra sfida è stata proprio questa, cercare di rendere la canzone nel modo migliore possibile e ricostruire con i nostri strumenti le linee vocali; come puoi notare anche in Bohemian Rhapsody abbiamo ricreato con le nostre chitarre tutte le parti vocali ed è stato davvero un lavoro molto interessante per noi.

Perché avete deciso di fare uscire The First Decade, una raccolta di canzoni?
Questo album è una rappresentazione della musica creata nei nostri primi dieci anni di attività. Quando siamo approdati alla nostra nuova etichetta, la Inside Out, abbiamo voluto far uscire questa compilation che rappresenta la nostra anima e il nostro cuore; come puoi notare si tratta di tutte composizioni originali, niente musica classica o cover di brani famosi. Questa compilation rappresenta alla perfezione l’essenza del California Guitar Trio. Il prossimo cd che uscirà sarà anch’esso composto da canzoni originali nel classico stile della band

Preferisci il lato rock della band o quello più classico e unplugged?
Amo entrambe le cose; il lato rock rappresenta il mio background musicale con cui sono cresciuto. Ho imparato infatti a suonare la chitarra con i Led Zeppelin, i Rush, gli Ac/Dc, Black Sabbath e Jimi Hendrix e tutte queste band sono state molto importanti per la mia crescita musicale. Man mano che crescevo però i miei gusti si sono indirizzati verso generi musicali più leggeri e sulla musica classica; comunque non mi importa molto di che tipo di musica si tratti, l’importante è che sappia emozionarmi e che sia fatta veramente bene. Ultimamente ascolto musica molto varia, anche musica esotica e musica indiana. In sostanza il lato rock della band è molto importante perché sta alla base ma il lato classico è quello più sperimentale che si indirizza verso diversi tipi di ambienti musicali.

Come è iniziata la collaborazione con Pat Mastellotto e Tony Levin?
Tutto è cominciato durante il nostro tour con i King Crimson, durante il quale siamo diventati buoni amici; successivamente Tony dovette intraprendere un tour con Seal ma questo venne cancellato all’ultimo minuto, credo fosse il 1999, quindi colsi l’occasione per chiedergli se voleva unirsi a noi per qualche concerto e per fare qualche registrazione. Si dimostrò veramente entusiasta e cominciammo a fare qualche data e a registrare alcuni pezzi e fu come se Tony fosse stato parte della band fin dall’inizio. Ovviamente Tony conosceva bene Pat Mastellotto in quanto militava nei King Crimson insieme a lui e così il suo coinvolgimento fu naturale.

Sono adesso entrambi parte integrante della band o rimanete essenzialmente un trio?
Il nocciolo della band resta il trio ma abbiamo in progetto di fare ancora delle cose insieme in futuro. Tony è stato molto impegnato durante il tour con peter Gabriel ed è stato quindi difficile riuscire a trovarci e Pat Mastellotto è stato in tour con i King Crimson, quindi è difficile fare dei progetti proprio per questioni di impegni personali.

Ascoltando la vostra musica e pensando proprio al fatto che siete un trio di chitarristi è facile accostarvi al famoso trio Mclaughlin, Di Meola e De Lucia. Cosa ne pensi di questo accostamento?
Ascoltai un paio di album del trio quando ero molto giovane e ne rimasi veramente impressionato. Sono sempre stato un grande fan di John McLaughlin ed è stato una grande fonte di ispirazione per me; la cosa curiosa è che qualche anno fa fummo invitati ad aprire i concerti di McLaughlin e questo fu davvero un momento molto importante per la band, che ha potuto cosi esibirsi sullo stesso palco di uno dei chitarristi più famosi al mondo. Credo fosse molto curioso della nostra proposta e del fatto che fossimo un altro trio chitarristico e mi ricordo che guardando il lato del palco potevo vedere John McLaughlin che ci guardava suonare. Questa cosa mi rendeva davvero nervoso, ma rimasi abbastanza calmo perché ciò che proponevamo era qualcosa di molto diverso rispetto al suo trio e così non mi preoccupai del fatto che potesse pensare che non eravamo bravi quanto loro! Dopo il concerto ebbi modo di parlargli brevemente e si dimostrò davvero gentile facendoci i complimenti per quello che facevamo.

Siete tutti e tre dei grandissimi musicisti, tuttavia la vostra musica non manca certo di feeling; quanta importanza date alla tecnica?
Avere delle buone capacità tecniche ti permette di poterti esprimere in piena libertà. Per esempio se stai pensando ad una parte che necessita di una certa abilità, bisogna ovviamente essere capaci di suonarla. Se quello che suoniamo non avesse una certa tecnica di fondo faremmo sicuramente delle cose differenti, il che non vuol dire che non sia giusto.. sarebbe solamente un’altra scelta. Al tempo stesso, però, cerchiamo di essere molto attenti a non basarci solo sulla tecnica, ma cerchiamo di trovare nuove soluzioni interessanti e piacevoli per l’ascoltatore; se suonassimo solo tecnicamente saremmo davvero noiosi, per noi l’importanza maggiore, comunque, la ricopre la melodia.

Ho ascoltato il vostro “A Christmas Album”, una collezione di canzoni natalizie. Perché avete fatto uscire un album del genere?
Erano diversi anni che molti nostri amici ci chiedevano di far uscire un album natalizio, inoltre devi sapere che in America è molto comune per i gruppi famosi creare album del genere. Inizialmente abbiamo rifiutato ma quando ci venne chiesto di creare la colonna sonora di uno spot della coca cola cominciammo a lavorare sulle canzoni natalizie e scoprimmo che ci piaceva molto suonare questo genere di cose, quindi decidemmo di fare un album intero. Sono contento perché il risultato non è una semplice riproposizione di canzoni natalizie comuni ma è una rivisitazione di quelle canzoni in chiave tipicamente California Guitar Trio.

Come vi comportate nella dimensione live? Suonate con una sezione ritmica o siete solo voi tre sul palco?
Per la maggior parte suoniamo noi tre e basta; abbiamo suonato con una sezione ritmica di batteria e basso quando abbiamo fatto uscire il progetto con Tony e Pat e devo dire che è stata davvero una grandissima esperienza in quanto loro ci hanno messo un’energia e un intensità fantastica nel suonare. Per me comunque restano due cose differenti e due gruppi separati; il California Guitar Trio rimane una band che ruota attorno all’interazione delle tre chitarre senza basso e batteria, mentre l’altro progetto ha più l’aspetto di una rock band vera e propria. Entrambi gli aspetti comunque resteranno molto importanti nel nostro futuro.

Siete tre chitarristi eccezionali…c’è una sorta di competizione fra di voi?
No, direi dino (risate)! Piuttosto mi piace ascoltare la musica dei miei compagni e ammiro molte loro creazioni; Hideyo è probabilmente il più veloce del trio e nel vederlo suonare traggo ispirazione per quello che riguarda il mio modo di suonare; Bert è molto più melodico e si concentra sulle parti più tranquille….entrambi quindi sono una grande fonte di ispirazione per me. Potremmo parlare di competizione ma in un senso positivo, ovvero un modo per cercare di migliorarsi costantemente traendo ispirazione l’uno dall’altro.

Avete intenzione di suonare live nel prossimo futuro?
Si, partiremo fra poco per un tour in Germania, Francia, Olanda e Inghilterra, organizzato dalla Inside Out con la partecipazione di altre due band; sono molto dispiaciuto di non venire in Italia perché è un paese che adoro e ogni volta che vi suoniamo alla fine risulta essere uno dei miei concerti preferiti di tutto il tour. Abbiamo comunque un nostro buon amico che fa il promoter in Italia che spera di portarci al più presto nel vostro paese; forse faremo qualche cosa la prossima primavera…chissà. A parte questo ci concentreremo sul nostro prossimo album che sarà una collezione di canzoni inedite e fra le altre cose avremo dei tour in America in Febbraio, Marzo e Aprile.

MM

Altre interviste: 2005


Recensioni: CGT + 2; A Christmas Album; The First Decade; Whitewater

Live reportage: 2007

Sito Web

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Web www.rock-impressions.com

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