È da quando ho ascoltato per la prima volta i CGT che desideravo
poterli vedere dal vivo, ci avevo già provato una volta, ma
un’abbondante nevicata mi aveva fatto desistere ad una quarantina
di km dalla meta. Ricordo ancora la rabbia che provai nell’uscire
dall’autostrada per tornare a casa… Ma questa volta ero
deciso e nemmeno una bufera mi avrebbe fermato, tanto più che
insieme ai CGT c’era uno dei più grandi bassisti del
circuito rock: Tony Levin.
La presenza di Levin era rilevante non solo per la storia personale
(vanta collaborazioni con i grandi del rock, solo per ricordarne alcuni:
David Bowie, Lou Reed, Jimmy Page, King Crimson, Peter Gabriel, Alice
Cooper, Yes, Al Di Meola, ma anche i nostri Vasco Rossi, Ivano Fossati
e molti altri ancora, una lista davvero interminabile), ma anche perché
un artista di questo calibro vale da solo l’intero spettacolo.
Alle 23 circa Paul Richards sale da solo sul palco e con la pedaliera
inserisce degli effetti synth nella sua chitarra acustica creando
un intro molto ambient. Francamente sono rimasto un po’ sorpreso,
non mi ero preparato agli umori “elettronici” che uscivano
dalla sua chitarra, ma i suoni erano comunque piacevoli. Comunque
si è trattato solo di un antipasto, perché dopo poco
sono saliti sul palco anche Bert Lams e Hideyo Moriya insieme al mitico
Tony Levin. Ma tornando all’introduzione questa è stata
il pretesto per dar vita ad un concerto diverso dal “solito”,
infatti i CGT per questo tour hanno deciso di offrire uno spettacolo
molto più elettrico e rock, con uso anche della distorsione.
Fra i brani abbiamo ascoltato “Skyline”, “Melrose
Avenue”, “Blockhead”, “Train to Lamy”,
“Cosmo Calypso”, “Red Iguana”, “Ghost
Riders on the Storm”, “The Marsh”, un divertente
intermezzo con “Bohemian Rhapsody”, “Tubular Bells”
e un estratto da “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”, poi
hanno presentato un nuovo pezzo “Andromeda”, che mi è
piaciuto molto, si è trattato di un brano molto space rock
ed elettrico, che potrebbe segnare un nuovo corso per il trio. Poi
ancora “Free Bird”, “Punta Patri” e “Heart
of the Sunrise”. A metà concerto Levin è sceso
dal palco lasciando soli i tre chitarristi, per la parte più
acustica dello show, ma non è stato via molto. Tecnicamente
devo dire che mi aspettavo uno concerto più “caldo”,
mentre ho trovato i CGT un po’ freddini, molto concentrati sulla
tecnica, davvero sorprendente e invidiabile, ma che non era sempre
comunicativa, dei tre quello che secondo il mio giudizio ha suonato
meglio è stato Lams, che è stato il più armonico,
Moriya è velocissimo, preciso e pulito, ma come dicevo è
il più freddo, quasi matematico nella sua perfezione, Richards
è il più rock dei tre e si è sentito. Per quanto
riguarda Levin davvero nulla da eccepire, quando inizia a pompare
sul suo basso è un vero bulldozer, per non parlare di quando
usa le sue famose “protesi”, che sound!
A parte qualche mia critica, mi sono davvero divertito e nel complesso
è stato un concerto da non perdere. Spero di poter vedere ancora
i CGT all’opera in futuro, perché sono convinto che col
tempo sapranno migliorare ancora e che continueranno a stupire e sorprendere
con le loro magie.
Un grazie particolare voglio esprimerlo anche all’organizzazione
MusicAlive,
che ha risolto con grande professionalità alcuni problemi tecnici.
GB
Interviste: 2003; 2005
Recensioni: CGT + 2; A Christmas
Album; The First Decade; Whitewater
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