Rock Impressions

Chardeau - Résilience
CHARDEAU - Résilience
Sergent Major / L Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Progressive / Fusion
Support: CD - 2010

L’eleganza di Chardeau mi aveva colpito molto nel primo incontro che avevo avuto con la sua musica, un artista molto fantasioso, in bilico fra prog, fusion e canzone d’autore francese, mi ha fatto quindi molto piacere ricevere questo suo nuovo disco da recensire, perché non incontro spesso artisti così musicalmente dotati. Intanto voglio dire subito che mi è piaciuta molto la cover del cd, con Chardeau che sembra un vecchio druido, un po’ stile Gandalf, in un paesaggio surreale con un messaggio naturalista di fondo, davvero originale. La seconda cosa che mi preme di sottolineare è la presenza di alcuni importanti ospiti nel disco, il grande tastierista Brian Auger, che dà un grande contributo a quasi tutto l’album, poi troviamo Robert Lamm dei Chicago e Jerry Goodman della Mahavishnu Orchestra, ce ne sono anche molti altri che però non conosco.

I brani che compongono questo Résilience sono ben diciotto, tutti molto vari, anche se comunque la musicalità del nostro emerge in ogni singola traccia, da quelle più rock come “Ado” a quelle più raffinate come la già citata “J’Essaie”, retta da gustosi ritmi latini. Ma andiamo con ordine, l’album si apre con la strumentale “Recreation” ed è la fusion subito a prendere piede, con un groove molto funky, sottolineato anche da dei fiati ben dosati. Più rock è “Allo” con un testo ironico, Chardeau canta in francese, ma il senso sarcastico è abbastanza evidente, ottimo solo di Auger all’hammond. L’animo latino di Chardeau torna nella sofisticata “Lumbago Lambada”, per gusti personali preferisco il suo lato più rock, ma è un bel brano, molto elegante e nel bridge diventa anche piuttosto sensuale, mi piace in particolare l’intreccio fra la chitarra e le tastiere. “Ado”, come anticipato, è molto rock, quasi hard, ma gli arrangiamenti sono molto ricchi, per cui risulta comunque piuttosto elegante, ma ha un gran bel tiro, poi c’è un gran bell’assolo di chitarra. In “J’Essaie” emerge tutta l’anima latina del nostro, bellissimo il groove delle percussioni, ritorna la fusion, davvero grande eleganza, in questo caso alle tastiere non c’è Auger, ma Shelton Berg, che improvvisa in modo ammirabile e ad un certo punto sembra che le sue dita volino sulla tastiera. “Bebe Lune” è una specie di ninna nanna, rivolta alla mamma, ma l’inizio particolarmente dolce è un pretesto per sviluppare una canzone dal gusto cantautorale molto romantica e malinconica, che pian piano diventa una ballata rock di una certa intensità. Particolarmente intensa è “Galère Galère” con un ottimo solo di violino di Goodman. I brani sono tanti, ma non c’è mai un calo, magari è musica per un pubblico non proprio giovanissimo, ma c’è tanta classe e tanto gusto.

Chardeau è un vero signore della musica, quasi una specie di “cavagliere”, che combatte una battaglia personale contro nemici più o meno immaginari, quelli che il “gusto” non sanno nemmeno cosa sia. Oppure il nostro è un poeta d’altri tempi, comunque lo vogliate vedere è un musicista interessante, che si lascia ascoltare molto volentieri. GB

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