Dopo
i vari Evanescence, Blindside, Demon Hunter, ecco questi tre fratelli
di Chicago semi sconosciuti dalle nostre parti che hanno letteralmente
spaccato con il loro nuovo album “Wonder what’s next”
(il precedente “point n°1” non è mai uscito
in europa).
Non avrei mai immaginato che una band potesse unire il meglio di due
super gruppi quali sono i Tool ed i Deftones. Ed invece sì,
il miracolo è avvenuto, signori e signore ecco a voi i Chevelle!
La tipica sonorità Tool è ben presente già dalla
prima traccia “Family System”, ma accompagna un po’
tutto l’album (“Closure” ne è un esempio
lampante). Incredibile l’altissimo livello qualitativo di tutte
le undici tracce, ricordiamo la deftoneggiante “Send the Pain
Below”, il singolo “The Red”, ma soprattutto “Don’t
Fake This” e la potentissima “Forfeit”: questa canzone
è un vero schiacciasassi, ha un coro disperato veramente suggestivo.
La produzione è da 9+. Il “più” perché
in alcuni brani sono presenti dei “superbassi” che vengono
aggiunti ai bassi “normali” davvero ben riusciti. Provate
ad ascoltarvi l’introduzione al coro disperato di “Forfeit”
ed avrete un’idea della potenza adrenalinica che esprime questa
canzone. Ho ancora i brividi… provare per credere!
Altro elemento che fa degli Chevelle un fenomeno interessante e chiacchierato
è stata la loro presenza quest’anno all’Ozzfest:
soprattutto tra gli ambienti evangelici si è alzato un vero
e proprio polverone. I nostri hanno condiviso il palco con gruppi
espressamente anti-cristiani come Cradle Of Filth e Marilyn Manson
e non si sono dichiarati espressamente “gruppo cristiano”,
in effetti diversamente da quanto avvenuto con il loro precedente
album in “Wonder what’s next” non ci sono espliciti
riferimenti ed infine anche il nuovo contratto con la secolare Epic,
a dispetto della cristiana Squint Entertainment, ha contribuito a
far “indiavolare” alcuni esponenti della chiesa evangelica
americana, i quali hanno parlato di “occasione persa”
o addirittura per alcuni sono stati additati come traditori, vedi
www.evangelsociety.org/francisco/chevelle.html.
Cristiani o no, questa è sicuramente una situazione imbarazzante:
troppo spesso il bollino “Cristiano” porta fraintendimenti
e contraddizioni. Così anziché avvicinare i ragazzi
alla bellezza della libertà nella vita in Cristo, rende ridicolo
l’intero movimento. Io di certo preferisco sentirmi dire da
un gruppo: “Non abbiamo la pretesa di portare o di far conoscere
il Cristo, siamo semplicemente un gruppo di ragazzi e raccontiamo
la nostra esperienza fatta di gioie, di dolori, ma sempre in ricerca
della Verità e della libertà”. Anche dalla voce
sofferta ma mai disperata del singer Pete Loeffler trapela questo
messaggio di speranza e di verità, è forse questo il
motivo per cui gli Chevelle ci piacciono, oltre ovviamente che per
la loro ottima musica… ed ora aspettiamo cosa avverrà
dopo… MP
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