L’olandese Christiaan Bruin sta dimostrando una grande forza
e una volontà indomita, in quattro anni è già
arrivato a cinque album, mostrando una crescita artistica continua.
Questo nuovo album è piuttosto ambizioso, si ricordi che si
tratta di un batterista, per questo nuovo sforzo creativo Bruin si
è attorniato da un ensamble da camera con due archi e quattro
fiati, mentre lui canta e suona tastiere, basso e batteria, con questa
formazione ha composto un disco tra il prog e la musica neoclassica.
L’avvio è affidato ad una suite, “Out in the Night”
è un brano che parte severo, solenne e poi prende sempre più
corpo, ci sono parti più riuscite ed altre meno, ma nel complesso
è una prova più che soddisfacente. “Distances”
è molto simile, ma più fiabesca e delicata, con un bel
finale. “Cold Heart”, cambiano le melodie e le strutture
armoniche, ma il panorama musicale è sempre molto coeso, comunque
anche questo episodio è quasi una suite, con molti momenti
diversi ed intriganti. “Heliphobia” è un brano
misterico che precede un’altra suite, “A Heart’s
Endeavour”, che grazie all’ambientazione neoclassica ancora
assume quest’aura sognate che pervade tutto il disco, anche
se poi il brano prende vigore, anche grazie al drumming incalzante
dello stesso Chris. Infine ecco la title track, un’altra suite,
forse la più completa del disco, che si mantiene tutto su determinati
canoni, senza grossi scostamenti e con un finale molto lirico.
Chris è riuscito bene ad integrare le parti rock a quelle più
vicine alla musica classica, il suo impegno pervade tutto questo disco,
che sicuramente è il migliore di quelli che io ho ascoltato
del suo repertorio, mostrando un artista sempre più maturo.
GB
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