Il
CD che andiamo a recensire è il secondo episodio per la strana
coppia composta da Chris Squire e Billy Sherwood, il primo è
il formidabile storico bassista degli Yes, il secondo ha formato i
World Trade, autori di un AOR a forti tinte new prog (il primo album
è dell'89) prima di far parte anche lui degli Yes di Open Your
Eyes ('97) e The Ladder ('99). I due sono accompagnati da Jay Schellen
alla batteria.
La musica del duo è un mix di AOR, prog e pomp e pesca dal
repertorio più recente degli Yes e dai World Trade, anzi di
fatto ne sono la naturale prosecuzione. Musica dal forte appeal commerciale,
ma non priva di momenti interessanti. Squire è un bassista
eccezionale, provate ad ascoltarlo in "New World", e in
ogni brano il suo contributo è veramente determinante, inoltre
ha anche una bella voce. Billy è un chitarrista fantasioso
e molto abile, inoltre ha molta esperienza come produttore e ingegnere
e si sente. L'album è registrato benissimo, i suoni sono molto
puliti e definiti ed è un piacere ascoltarlo.
Va detto, però, che i fans del prog più classico non
gradiranno questo piatto che per loro è troppo leggero, ma
tutti gli amanti del pomp lo troveranno veramente irresistibile e
lo ameranno senza riserve. A me che interessano entrambe i generi
capisco le ragioni degli uni e degli altri, ma il disco mi piace e
lo ascolto molto volentieri.
I brani possiedono tutti una certa unità compositiva, ma non
si può dire che si assomigliano, perché molte sono le
invenzioni e diverse le tecniche adottate dai nostri, quello che accomuna
le varie tracce quello spirito solare ed epico che emerge prepotente
fin dall'iniziale "Conspiracy", viene sostenuto dalla voce
melodica di Squire e dai cori molto accativanti. "There is No
End" è un brano cadenzato con Billy che ogni tanto scimmiotta
Howe. "The Wheel" è un brano lento e drammatico,
non molto riuscito, ma interessante. Dopo la fiacca "Premonitions"
arriva The Unknown", un brano di oltre undici minuti dove i due
cercano di dimostrare tutto il loro talento e per quanto mi riguarda
ci riescono benissimo sfornando un brano di prog interessante e vitale
con delle pregevoli parti di chitarra. Chiude la bonus track "I
Could" un brano AOR di cui avrei fatto volentieri a meno.
In definitiva questo The Unknown è un bel disco molto ben suonato
e molto ben prodotto, se non lo avessero fatto degli componenti degli
Yes sarebbe un classico del suo genere. GB
Intervista
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