Ieri
sera non si è tenuto un semplice concerto, quello a cui abbiamo
assistito era un evento dai molteplici significati, ma ne voglio ribadire
uno su tutti: Alice è venuto a dirci che il rock non è
morto, anzi è in piena salute!
Ma veniamo alla serata, i Dogs D'Amour sostituiscono a sorpresa i
LA Guns e devo dire che gli organizzatori sono stati bravi a rimpiazzare
il gruppo americano con una band comunque da culto come i DDA. Tyla
propone una formula a base di punk stradaiolo che affonda le sue radici
negli Stooges, nei NY Dools e nei Lords Of The New Church. Una decina
di brani suonati con grande grinta e passione incontenibile, poco
conta se tutte le canzoni si assomiglino e che nessuna aggiunga nulla
a quanto avevano proposto i gruppi citati, è il rito del rock
'n' roll che si ripete e si rinnova alla faccia di tutti i detrattori.
Esaurite le sguaiatezze di Tyla e compagni inizia lo show di Vincent
Furnier. Il carrozzone del più grande istrione che il rock
abbia conosciuto torna a far tappa nel nostro paese, proseguendo una
tradizione nata alla fine degli anni sessanta e che da allora viene
rinnovata senza mai tradire la propria formula a base di Grand Guignol
e sano, creativo, provocante e diretto hard rock. E' il Welcome To
My Nightmare che si ripete da trent'anni e che fa ancora il pieno
di pubblico.
Uno dei meriti maggiori di Alice Cooper è quello di essere
stato sempre coerente, ha avuto momenti bui e difficili, ma ha saputo
tornare sulla cresta dell'onda con una classe inimitabile, cambiando
pelle senza tradire se stesso e la sua storia tanto che le canzoni
nuove si integrano alla perfezione con brani che hanno più
di tre decadi sulle spalle. I'm Eighteen, No More Mr Nice Guy e School's
Out si intrecciano con Poison e Trash per giungere senza soluzione
di continuità a Dragon Town e Death And Money. Può sembrare
facile, con una carriera così lunga, estrarre un buon repertorio,
ma non c'è un solo brano di quelli eseguiti che sia sotto la
media. Notevole anche la resa di Only Women Bleed, ma tutto lo show
è perfetto. Le parti teatrali rispecchiano il personaggio:
fra le altre cose Alice si fa ghigliottinare e poi, grazie ad una
macchina stile Frankenstain, risorge, maltratta una perfida infermiera,
uccide spietatamente un mostro per concludere con la decapitazione
di Britney Spears per il tripudio di tutta l'audience. La band era
molto motivata e ha suonato veramente bene, l'unica cosa che non mi
è piaciuta era l'assolo di batteria che ho trovato molto piatto
e lineare, mentre durante i brani il drummer era molto trascinante.
Cooper sul palco, nonostante i 54 anni, era in grandissima forma e
non si è risparmiato, mi è piaciuto molto quando lanciava
gli assoli dei due chitarristi.
Tenere in vita uno spettacolo così per tanto tempo non è
certo facile, questo è il segreto della grandezza di Alice,
un artista che ha fatto scuola preparando la strada a Kiss, Marilyn
Manson, Slipknot e Death SS (devotamente mischiati fra il pubblico).
Una serata veramente indimenticabile! GB
Recensioni: Dragontown; The
Eyes of Alice Cooper; Along
Came A Spider
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