Rock Impressions

Alice Cooper
ALICE COOPER - The Eyes of Alice Cooper
Spitfire Records

Il più grande istrione del rock è tornato con un nuovo album potente ed entusiasmante. Non aspettatevi il seguito di Brutal Planet e di Dragontown, perché The Eyes of Alice Cooper è un ritorno al passato, alle sonorità tipiche di questo artista, che fin dai primi anni '70 ha dettato le regole dell'horror rock.

Ed un album di perfetto horror rock, a base di vecchio e sano rock and roll supervitaminico, è quello che ho nel lettore CD. Alice si riprende il posto di re indiscusso del genere, surclassando i vari giovani emergenti come gli HIM, gli White Stripes, i Vines e compagnia bella. Cooper non accusa questi gruppi di plagio nei suoi confronti, anzi ha dichiarato che è felice del loro successo e che è proprio questo che lo ha stimolato a realizzare il suo nuovo album. Un disco nato in poco tempo, registrato praticamente in diretta, con pochissimi aggiustamenti e prodotto da un entusiasta Mudrock (Godsmack, Powerman 5000), capitato per caso in sala prove e subito catturato dai pezzi che il gruppo stava suonando. Il tutto a dato vita ad un sound molto "garage", in altre parole un mix sincero, genuino, diretto e vitale.

Fra i tredici brani che compongono il nuovo lavoro ci sono echi di "I'm Eighteen", "School's Out", "No More Mr Nice Guy", "Billion Dollar Babies" e "Poison", in una sorta di continuazione e perfezionamento di un sound invidiabile. Fin dal primo brano, " What do You Want From Me?" le cose sono subito chiare, le chitarre urlano rabbia su una sezione ritmica granitica, mentre Alice prorompe dimostrandosi più in forma che mai. "Between High School & Old School" e "Man of the Year" sono quasi punk, rock 'n' roll immediato e altamente coinvolgente. "Novocaine" e "Bye Bye Baby" sono molto settantiane con grandi linee melodiche e dei cori strepitosi. "Be With You Awhile" è il primo lento, Cooper mostra la sua anima più romantica e intimista con la classe consumata di un grande teatrante. Ma ecco arrivare come un fulmine Wayne Kramer degli indimenticabili MC5 ospite in "Detroit City", il resto è storia. A seguire arriva come un volano che non si può più fermare l'irruenta "Spirits Rebellious" ed è un'altra cascata di energia pura. "This House is Haunted" è il brano più teatrale del disco, la sua atmosfera malsana ricorda molto le colonne sonore dei film horror, la song è divisa in due parti, la prima è molto lenta e atmosferica, la seconda è orrorifica e maledettamente doom, un piccolo capolavoro, anche di ruffianeria. "Love Should..." è un brano un po' riempitivo, ma dopo nove ottime traccie ci può stare. "The Song That..." è un altro lento abbastanza classico e non particolarmente ispirato, così ecco deflagrare la rabbia contagiosa di "I'm So Angry", che riporta il disco sui livelli iniziali. La sincopata "Backyard Brawl" fa da suggello ad un album imperdibile, di quelli che si ascoltano volentieri anche dopo molti anni.

Alice Cooper è di nuovo in circolazione ed è più in forma e cattivo che mai, siete tutti avvisati! GB

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