L’istrione
più sguaiato dell’hard rock è tornato col suo
teatro horror, negli ultimi anni ha ritrovato l’energia dei
tempi di Welcome To My Nightmare e questo album ne è la nuova
conferma, una creatività che si alimenta della tradizione,
ma che ha un occhio anche al presente. L’Alice del passato e
quello moderno si fondono e il prodotto è un inimitabile horror
rock pieno di tensione e di energia.
Ecco allora che il riff di chitarra che apre “I Know Where You
Live” sembra uscire da Love It To Death, ma poi il cantato e
una serie di effetti teatrali rendono il pezzo al tempo stesso molto
moderno, Alice è in forma splendida! Ancora meglio è
l’assalto della veemente “Vengeance Is Mine”, che
unisce suoni acidi e graffianti a linee melodiche ficcanti in un matrimonio
impossibile ad altri, ma non per lui, superlativo il lavoro di chitarra.
Ma il nostro si lancia anche in territori più sperimentali
come in “Wake the Dead”, retta da un ritmo tribale e da
suoni disturbanti, ai limiti dello shoegazer. Con “Catch Me
If You Can” si rifà al punk ‘n’ roll, sempre
con atmosfere molto tenebrose. Del resto questo disco è un
concept nato come se fosse la colonna sonora di un film, la cui storia
parla di un assassino che cattura le sue vittime come un ragno, allo
stesso modo Alice cattura l’ascoltatore nelle spire della sua
musica che ha come un effetto ipnotico, ci sono ritornelli molto penetranti
come nell’indecente “(In Touch With) Your Feminine Side”,
Alice sa ancora provocare, poi c’è l’hard rock
velenoso del nostro che emerge sempre con prepotenza come nella diretta
“Wrapped in Silk”. Ma Cooper è sempre stato capace
anche di grandi ballate, ecco allora arrivare l’incantevole
“Killed By Love”, dedicata a tutti gli innamorati. L’energia
torna a scorrere con la triviale “I’m Hungry”, sembra
incredibile ascoltare oggi un brano come questo, con la sua carica
di trasgressione, così classica e tuttavia così attuale,
sulla stessa scia “The One That Got Away”, anche se molto
più prevedibile. Altra zampata di grande classe è “Salvation”,
una ballad elettrica da brividi. Tutta la forza maligna del concept
si svela in tutta la sua crudezza nella conclusiva “I’m
the Spider”, apice e ottima conclusione di un disco che piacerà
da morire ai fans di Alice, ma che può conquistarne anche di
nuovi.
Ve lo ricordate il Love Metal di formazioni come gli HIM e gli Entwine?
Cooper è il loro progenitore e in questo disco non solo lo
dimostra pienamente, ma da anche una prova di grande classe, quella
che manca purtroppo a tante formazioni che sono venute dopo di lui
e che ancora in qualche modo cercano di imitarlo. Alice regna ancora
sovrano sull’horror rock! GB
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Eyes of Alice Cooper
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