La bella Alessia torna con un nuovo album cantato in italiano, la
nostra continua ad esplorare diverse strade, dal rock d’autore
al pop, dall’elettronica a sfondo dance al cantautorato, unico
denominatore comune la sua voce irresistibile e, se volete, la voglia
di mettersi continuamente in gioco, senza porsi limiti e barriere.
Il disco è stato registrato in parte in Italia e in parte in
Svezia e molte persone hanno contribuito, non c’è una
band alle spalle, ma diversi musicisti.
Il brano di apertura è lo stesso che dà il titolo al
disco, inizia come una ballata romantica molto triste che via, via
diventa energica e trascinante, la voce di Alessia è sempre
emozionante, in realtà il brano non è molto commerciale
e come apertura è piuttosto coraggiosa. “Non Cambieremo”
è molto più aggressiva, il ritornello è davvero
intrigante, con la nostra che graffia forte i nostri sensi, quando
la D’Andrea flirta col rock sono brividi. “Il Gatto che
Abbaia” è una canzone cantautorale, poetica e intimista,
Alessia vuole dimostrare le proprie qualità di interprete in
un contesto non facile, un pezzo che sarebbe piaciuto a Mia Martini.
“La Musica Non Gira Più” è più attuale,
molto pop la differenza ancora la fa la voce. “Blu Occhi”
è una canzone ironica, supportata da un video davvero simpatico,
Alessia convince bene anche in questo contesto scanzonato, la varietà
di situazioni proposta dal disco è notevole. Con “Non
Portarmi Via” si torna ad uno stile cantautorale fra pop e rock
raffinato, con soluzioni tecniche abbastanza articolate. Unico brano
in inglese è “Beyond the Clouds”, Alessia continua
a flirtare col pop, ma mantiene sempre un livello qualitativo alto,
senza mai scadere nel banale e senza cedere a pruriti commerciali.
“Alzami Nell’Aria” continua il percorso del disco,
che ondeggia tra le varie anime di Alessia, senza aggiungere molto
a quanto abbiamo già detto. In “Caccia Alla Volpe”
la D’Andrea propone lo spoken con un testo ruvido di protesta,
di certo ne ha di cose da dire e questo contesto ci mostra una vera
combattente. La breve “Anime Bruciate” è proprio
una chiusura, quasi un soffio a suggellare un disco suggestivo, che
in un contesto delicato racchiude l’anima trasparente di un’artista
vera.
Luna D’Inverno è un disco che può sembrare facile
e lineare, in fondo si tratta di un pop rockeggiante abbastanza immediato,
ma in realtà è un disco ricercato, da gustare come qualcosa
di raffinato, che apre ogni volta a nuove emozioni. GB
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