Nuova
Metal Band con voce femminile alla The Gathering e sfumature Progressive.
Provenienti dal sud dell’Olanda questo quintetto si forma all’inizio
del 2000 grazie alla passione del chitarrista Coert Bouten e dal batterista
Roel Van Helden, tutti e due ex Sun Caged.
C’è subito a dire che sono curiosamente camaleontici
e non scontati, grazie proprio ad una ricerca ritmica veramente singolare.
Infatti l’approccio con il primo brano “My Confession”
lascia leggermente interdetti, in più ci sono passaggi metallici
misti ad altri prettamente acustici, tutti controllati dalla bella
voce di Aniek Jansses. Con il successivo “Fall” si viaggia
su controtempi, riff di chitarra molto duri e pirotecnici frangenti
di batteria assolutamente originali. Nulla è scontato, la curiosità
per questo nuovo gruppo comincia a salire. Ecco ora “Never Willing,
Still Fullin” spostare la nostra attenzione, inizialmente non
siamo più in ambito Metal, la voce ci accompagna in sentieri
Progressivi e dolci, ovviamente sempre sopra una ritmica particolarmente
ispirata.
Peccato che i suoni di questo debutto non siano dei migliori, sicuramente
andrebbero meglio calibrati. Altro buon momento compositivo è
“Sylvester’s Dusk”, con a sorpresa l’intervento
del flauto di Aniek. La ricerca di ritmiche a se stanti, sopra melodie
vocali ed atmosfere abbastanza oscure, prosegue ancora in “
Moments” con una gradevole introduzione greve. Come dei schiacciasassi
i Delphian proseguono ininterrottamente per la propria strada anche
in “Salvation”. In esso si può ascoltare un bellissimo
assolo di chitarra. Ma il momento più bello del disco è
sicuramente “The Unknown”, con palesi richiami ai svedesi
Ritual.
Gradevole debutto dunque, anche se credo che “Oracle”
possa piacere a molti, ma non a tutti, vista la ricercatezza in qualche
modo progressiva e sappiamo bene che oggi il Progressive sembra passare
un altro (l’ennesimo) momento di morte creativa.
I Delphian sembrano puntare molto sulla voce della cantante, forse
anche troppo e credo che questo possa andare a discapito della musica
che sembra rimanere soffocata dai lunghi testi di Aniek. Consigliato
l’ascolto preventivo, comunque bravi. MS
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