Trovo quasi imbarazzante fare la recensione di un gruppo come questo, che arriva a malapena alla sufficienza. Il quintetto in questione viene dall’Olanda, è al secondo album e vede in formazione il chitarrista Coert Bouten e il batterista Roel Van Helden dei Sun Caged, le vocals sono affidate alla singer Aniek Janssen, insomma abbiamo il solito gruppo heavy metal con cantante donna e un sound che strizza l’occhio al gothic, ma che in realtà di gotico non ha proprio nulla e nemmeno di sinfonico. Una formula che ultimamente è stra abusata e con risultati decisamente migliori di quelli ascoltati in questo lavoro.

Non è che i Delphian siano proprio da buttare, ce la mettono tutta e inseriscono anche inserti di flauto (per la verità è quasi banale, ripete pochissime note, sembra ad un livello quasi scolastico) per dare dei tocchi progressive al loro sound, il loro metal a base di riffoni cattvi è anche efficace e solido come una roccia, ma manca un songwriting degno di questo nome. Non è poi così difficile mettere insieme una buona serie di giri potenti di chitarra e costruirci sopra una canzone, il difficile è fare qualcosa che suoni originale e distintivo, in questo i Delphian falliscono miseramente l’obbiettivo.

Delle otto traccie presenti nell’album non ne ho trovata una degna di essere ricordata, francamente dubito che il gruppo in futuro riuscirà a colmare i preoccupanti vuoti emersi dall’ascolto di questo disco, ma chissà, di certo sarò pronto a ricredermi in caso contrario, per adesso vi consiglio caldamente di ascoltare il disco prima di comprarlo. GB

Altre recensioni: Oracle

Sito Web
per un assaggio: www.myspace.com/delphianmetal