Rock Impressions

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******* OVER THE TOP *******
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Demian Clav - Adrift DEMIAN CLAV - Adrift
Yajna Editions
Distribuzione italiana: -

Genere: Gothic Prog
Support: CD - 2013


Terzo album per la particolare band francese, che per l’occasione è diventata un trio con l’ingresso stabile di un bassista, cambia la fisionomia del gruppo capitanato da Dominique Clavreul, ma non le intenzioni dark intellettuali ed ecco sfornata un'altra gemma oscura di indubbio fascino noir, un disco che farà vibrare più di un cuore notturno.

Il disco è incentrato su un certo Scardanelli e molto probabilmente comporrà una trilogia. Questo personaggio è soggetto anche del secondo libro di Dominique, ma non so se si tratta del famoso poeta tedesco Friedrich Holderlin, se fosse sarebbe davvero meritevole una rivisitazione del suo genio, ma a parte i riferimenti colti buoni per i più curiosi, ci troviamo di fronte ad un altro disco complesso e ricco di riferimenti e di spunti. L’apertura è affidata alla lunga “Fall”, dei rumori di sottofondo creano un tappeto per un cantato onirico, che lascia presto il posto a delle tastiere cariche di romanticismo spleen e la malinconia abbonda unita ad una sensazione di fatalità che incombe, la musica si fa veramente evocativa e raggiunge il suo apice nel crescendo finale, carico di mistero. Il brano successivo è dominato da un racconto in spoken words, fra rumorismo e avantgarde, con accenni di psichedelia prog, non è certo un brano facile e senza il testo (che è in francesce) è difficile seguirne il filo. Segue “Holy Road”, che è sicuramente più vivace con la chitarra distorta e il ritmo serrato fra metal psichedelico e shoegaze, il gruppo riesce a spaziare con bravura, ma ovviamente può spiazzare un po’ l’ascoltatore meno esperto, il finale è esplosivo. “Edelweiss Flight” è dolce come una ninnananna, risulta non banale per la forza onirica che esprime. Una narrazione mesta torna con rumori di guerra in sottofondo nel brano successivo, sicuramente funzionale alla storia. “Living Sculpture” è un rock post moderno sognante, che piacerà immensamente agli amanti del nuovo prog. Se vi siete emozionati col brano precedente con “All Night Party” potreste anche piangere di emozione, il brano è maledettamente romantico, rallentato, ma micidiale, sempre molto prog post moderno, ai massimi livelli. Continua sulla stessa onda di lunghezza anche la successiva “Slow Boat to Nowhere”, però forse sarebbe stato più opportuno aumentare un po’ il ritmo del disco, che invece continua a coccolare i sensi dell’ascoltatore con melodie dolci e sognanti. Il finale è affidato ad un'altra parte teatrale, dominata dallo spoken words e da musiche minimali.

Il disco è bello, a tratto davvero molto, il finale però poteva essere un po’ più coinvolgente e soprattutto senza conoscere la storia sottostante si ha l’impressione di perdersi qualcosa di significativo, ma resta un lavoro eclettico e ricco di fascino. GB

Altre recensioni: Nightfall Prayers; Wisteria Lodge;

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