Il tastierista indonesiano Dwiki Dharmawan è un nome che abbiamo
imparato ad apprezzare, dotato di un talento smisurato, ci ha emozionato
con dischi ricchi di grande musica e mettere le orecchie su un suo
lavoro è sempre un’esperienza appagante. Non è
solo per il virtuosismo.
In questo lavoro è accompagnato da alcuni nomi che conosciamo
come il batterista Asaf Sirkis o il bassista Yaron Stavi, ma ci sono
molti ospiti dai nomi esotici, si tratta in ogni caso di artisti fenomenali
che apportano un contributo originale alla riuscita del disco. Ruman
Batu contiene otto brani mediamente lunghi, con lunghe parti strumentali
e qualche intervento vocale. Siamo sempre in territorio fusion, ma
gli elementi presenti sono tanti, da accenni world music, al rock
in un caleidoscopio di sonorità e di possibilità espressive,
che vengono esplorate a fondo. In questo senso ci troviamo tra le
mani un disco che svela nuovi tesori ad ogni ascolto, perché
è impossibile cogliere tutto in una volta sola.
Ancora una volta siamo invitati ad allargare i nostri orizzonti, ad
accettare la sfida di non dare nulla per scontato, a metterci alla
prova con sonorità inedite, almeno per noi occidentali, e godere
di quanto questi grandi artisti sanno offrire. Disco eccellente. GB
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