Sono
circa quindici anni che il cantante e chitarrista romano Alberto Donatelli
ha imboccato la strada del rock italiano e che conduce una specie
di “crociata” rock per affermare la sua musica, con buoni
consensi della critica, ciononostante è rimasto confinato nell’underground
e nell’autoproduzione, un destino che non ha impedito ad Alberto
di rafforzare le proprie convinzioni e a proseguire con caparbia tenacia
la sua strada.
Non Calpestare il Mio Giardino è uscito nel 2009 e Donatelli
ha investito molto in questo lavoro, che non contiene solo undici
canzoni, ma anche sei video e quattro filmati live, oltre ai testi
e a varie sceneggiature scritte sempre da Donatelli, che mostrano
un artista poliedrico e dalla spiccata sensibilità. Il disco
apre con un intro, attitudine che avvicina il nostro ai gruppi internazionali,
che utilizzano spesso questa pratica, e il rock di Donatelli guarda
sicuramente lontano. La sua voce lo accosta molto a Ligabue e questa
forse è l’unica “pecca” di Alberto, ma non
si può certo fargliene una colpa, del Liga ha anche la grande
capacità di integrare la nostra amata lingua col rock, cosa
che non è affatto facile o scontata e le sue canzoni escono
credibili. Nei testi ha anche la franchezza di Vasco, la sua vena
malinconica, la sua poetica fatta di vita vissuta e di una grande
voglia di mettersi a nudo con grande sincerità e senza falsi
pudori. Ecco allora che arrivano titoli come “Va Be’”,
“8 Stagioni”, “15 Anni Fa”, che uniscono il
rock di stampo americano a testi graffianti, che usano un linguaggio
giovane e diretto, a volte anche troppo. Infatti uno dei brani più
riusciti a livello musicale, è anche quello che mostra una
debolezza del nostro, “Merda, Vermi e Fango”, se posso
dire avrei preferito che Alberto avesse usato meglio la nostra lingua,
essere espliciti non è sempre la scelta migliore, anche perché
la poesia è fatta di giri di parole, allusioni, di immagini,
mentre essere diretti è sempre controproducente, il titolo
del testo fa riferimento alla morte e c’erano sicuramente altri
simboli per dire le stesse cose, ma in questo modo Alberto fa uscire
una rabbia palpabile dal suo pezzo, che si sposa bene con la ruvidezza
rock della sua musica. Dopo tanta violenza, anche verbale, ecco la
ballata “Sei un Fiore” a cui si ispira anche l’artwork
del cd e che riscatta il nostro.
Donatelli è un artista franco, diretto, che ha grinta da vendere,
che fa del rock vero, senza fronzoli, che dimostra anche una grande
forza interiore, che merita rispetto e attenzione, anche se credo
troverà forti ostacoli perché non penso che il pubblico
sia pronto ad affrontare un artista così esplicito, che ti
colpisce con le sue parole come se volesse darti un pugno, ma in questo
dimostra anche tutta la passione che mette in quello che fa. Provate
ad ascoltarlo, potrebbe stupirvi. GB
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