Ritrovo
i Dperd, e ne sono sinceramente felice. Gli echi lontani di "3non"
risuonano ancora nelle mie orecchie, mi par ieri d'aver concluso un
precedente scritto trattante proprio quel disco e Valeria e Carlo,
con la complicità benevola del bravo Francesco di My Kingdom
Music, tornano ad empir di note le mie ore dedicate all'ascolto. E'
un meriggio assolato di questa primavera che tarda a sbocciare, evento
raro che proprio perchè agognato è salutato come maggiormente
prezioso, allorquando inserisco nel lettore "Regalerò
il mio tempo", e "Cuore malato" parte col suo suono
asciutto, e la bellissima e profonda voce di Valeria si spande nella
stanza. Dperd, per chi come il sottoscritto conta le primavere lasciate
alle spalle a diecine, riallaccia un discorso interrotto anni or sono,
quando i nostri militavano nei Fear Of The Storm; volete un titolo?
Eccovelo, "1995", mini-CD targato Energeia, una wave dolce,
soffusa, un Hammond inusuale nel contesto sonoro, ma perfetto.
Ed allora, visto che AM è un vecchio pedante, preciso che prima
si chiamavano Faith, poi The Storm, eppoi... basta, torniamo a noi.
C'è qualcosa che li unisce, Dperd e FotS, non solo per i due
firmatari del progetto. E' quella ricerca genuina ed attenta, quell'opera
di sintesi che fonde la new wave al calore della loro terra, Trinacria,
stemperando la freddezza formale della prima in una serie di canzoni
mirabili, esaltate da una creatività e da una proprietà
esecutiva uniche. "Cuore malato", torniamo all'opener, è
struggente e melancolica, una linea che dovrete seguire per tutto
il percorso, per non smarrirvi tra le sue infinite nuances; ascoltate
poi "Come sarà" e “Chiudo gli occhi”,
fantasmi di This Mortal Coil si sono materializzati nella mia memoria
fallace. "Per tutto quello" è un brano che dispiega
per intiera la loro bravura, con un suono più pieno potrebbe
tramutarsi in un hit non solo underground. Meraviglia di un disco
che, se cantato in anglosassone, si scambierebbe per qualche produzione
targata Projekt, ancora un plauso a Francesco per averlo patrocinato.
Anche quando il contenuto parrebbe farsi più leggiero, come
in "Ali(de)", ecco che Valeria e Carlo riprendono per mano
la trama, plasmandola al loro stile, “Il buono il brutto e l’oscuro”
è strumentale liberamente ispirato alla morriconiana “Il
buono il brutto ed il cattivo” (bella la chitarra darkeggiante),
introdotta da un organo che le attribuisce una peculiare valenza sacrale,
la title-track si distende lenta come le acque d’un fiume prossimo
alla foce, e tra gorghi di grande intensità emotiva calerete
nei più oscuri recessi della vostra anima, in un rito purificatore
che vi restituirà al presente sereni ed appagati; quando giungerete
alla traccia finale, il remix di “Sogni persi” performato
da Nen.T.e., vi parrà d’essere solo all’inizio
di un lungo viaggio.
Tornerete daccapo, ne sono sicuro. Gradevolissimo l'artwork, privo
di inutili orpelli e caratterizzato da una impeccabile austerità
formale, corredato da belle fotografie e dagli indispensabili testi
delle canzoni. AM
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