I Droning Maud sono una band di Rieti dedita ad un indie rock dal
forte sapore ottantiano, sono stati paragonati ai newyorkesi Interpol,
altra band dal innegabili radici new wave, ma a mio parere il loro
sound è accostabile ai newyorkesi più per una vicinanza
artistica, che non per una influenza diretta.
The World of Make Believe è un mini CD di sette brani, con
cui la band si presenta, la partenza è affidata al brano “Call
to Arms”, che mescola una chitarra moderatamente acida ad un
giro di basso altamente evocativo, sembra un mix di U2 e dark wave,
la prima impressione è di ascoltare un gruppo inglese, magari
uno di quelli che non hanno avuto molta fortuna, sound forse non proprio
originale, ma credibile e convincente. “Bijou” ha un giro
di chitarra che mi si è stampato in testa fin dal primo ascolto
e mi sono ritrovato a canticchiarlo quasi senza accorgermene, davvero
un pezzo riuscito, che meriterebbe maggiore attenzione per la forza
di penetrazione che dimostra. “Usual Old Box” è
più sperimentale e moderna nei suoni, gli elementi distintivi
della band permangono, ma le linee armoniche sono più complesse,
ancora un bel pezzo, con un finale quasi industrial. Molto malinconica
è l’epica “No Sooner Said Than Done”, piena
di suggestioni e con delle linee melodiche veramente suggestive.”In
the Beginning Was the End” prosegue il discorso senza aggiungere
nuove impressioni, un brano inferiore rispetto ai precedenti. Altro
bel giro di chitarra in “This List of Subjects to Change”,la
band ritrova la vena espressa ad inizio cd. “When You Keep Them
All Together” mi ricorda anche gli indimenticabili Smiths, una
chiusura poetica, piena di gusto.
In conclusione i Droning Maud mi hanno fatto una gran buona impressione,
certamente il loro sound è un po’ derivativo, ma hanno
saputo confezionare dei brani credibili, sui quali sono convinto possano
costruire un solido futuro, perché belle linee melodiche e
inventiva non gli mancano. GB
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