Tornano i Droning Maud col seguito di quel piacevole mini cd che tanto
ci aveva colpito qualche tempo fa. Il gruppo, che è italiano,
nel frattempo è maturato e l’ascolto di questo nuovo
album rivela una nuova maturità. Il sound di riferimento del
gruppo è sempre da ricercare nel pop inglese più evoluto,
ma dalle sperimentazioni ottantiane siamo passati ad un risultato
accostabile agli più ultimi Anathema e alle correnti post moderne.
Il disco si apre con l’incantevole “Sun Jar”, retta
da una melodia onirica, quasi ipnotica e molto piacevole, un brano
che cattura al primo ascolto e rimanda a richiami colti, il miglior
indie pop degli ultimi anni. Sempre molto british anche “Ghost”
quasi interamente strumentale, il giro è misterico e si sposa
bene col titolo del brano. Ipnotica “Nimbus”, le coordinate
non cambiano e non cambieranno nemmeno in seguito, ma ogni brano ha
una sua fisionomia e il tutto scorre piacevolmente. Un brano che mi
ha colpito molto è “Inside Out”, retto da una melodia
che potrebbe essere stata partorita dal quel genio di Steven Wilson
(Porcupine Tree) sicuramente uno dei momenti migliori dell’album.
“I’m Not Sleeping” è uno dei momenti più
particolari, retto da una progressione sonora incalzante rappresenta
bene i concetti che abbiamo cercato di offrire in apertura. Altro
momento di grazia è “Led Lights”, il gruppo è
ispirato e si sente. Un altro paio di brani e il disco si chiude mantenendo
sempre un buon livello, anche nei momenti meno riusciti.
Un ritorno davvero gradito per questa band che ha dimostrato grande
personalità fin da subito. Abbiamo degli artisti di cui andare
fieri ed è un piacere sostenerli. GB
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