I
miei ricordi legati ai torinesi Elektradrive risalgono alla mia giovinezza,
quando imperversava la scena heavy metal tricolore denominata simpaticamente
NWOIHM, allora i gruppi si contavano sulla punta delle dita e i concerti
erano dei veri e propri meeting di amici. Ricordo che incontrai la
band al secondo festival italiano di gruppi metal tenuto a Gazoldo
degli Ippoliti a metà anni ‘80, a pochi chilometri da
casa mia, la band doveva salire sul palco insieme ai Vanexa, ma il
concerto venne sospeso per la pioggia, io passai tutto il tempo in
compagnia di Mr Paolo Catena, ma questa è un’altra storia…
Il gruppo è sempre stato considerato come la risposta italiana
alle band americane di AOR, anche la prestigiosa rivista Kerrang (che
i metallari più sfegatati si procuravano non senza fatica e
che leggevano con un pizzico di invidia nei confronti dei fans inglesi)
li aveva recensiti col massimo dei voti. Ma nonostante la band abbia
sempre goduto di grande considerazione, ha sempre avuto vita difficile
e le uscite discografiche sono state molto rare, quindi sorprende
un po’ ritrovarli dopo tanti anni con un nuovo disco e la formazione
originale (senza il tastierista Eugenio Manassero, che è entrato
in seguito), ma la sorpresa è subito sostituita dall’affetto
per questo gruppo che ci ha sempre fatto sognare.
Living 4 è un disco possente, con quattordici brani molto ben
strutturati, la band ha fatto vedere che il tempo non ha scalfito
lo spirito battagliero che da sempre la anima, un disco primariamente
di puro hard rock, neanche tanto AOR. Le intenzioni appaiono chiare
fin dall’iniziale “Evil Empire”, che è costruita
su un riff stoppato di grande suggestione e con Maugeri che canta
con grande grinta. Non meno suggestiva “Feed the Ground”,
che ha un refrain vincente, di quelli che si stampano subito in mente.
La title track potrebbe essere uscita dal repertorio di Mr Glenn Hughes,
infatti questo disco si piazza su queste coordinate e regge la sfida,
ma Maugeri non è un emulo di Glenn, pertanto sto parlando solo
di contenuti musicali. I brani sono molto vari e non ci si annoia
mai, la qualità è sempre elevata, troviamo grande cura
anche negli arrangiamenti, insomma Living 4 è un disco di cui
andare fieri, sotto tutti i punti di vista.
Gli Elektradrive sono un fiore all’occhiello della creatività
tricolore, ovviamente e per fortuna non sono l’unica band a
raggiungere questi livelli, il peccato è che nel nostro paese
la scena continui ad essere dominata da artisti di infimo livello,
che ottengono la notorietà per merito di trasmissioni fasulle
dove si costruiscono i divi di domani, mentre la musica vera muore.
Grazie Elektradrive, ma non aspettate più così tanto
a regalarci della nuova musica. GB
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