Ogni tanto capita qualcosa che ti fa pensare e riflettere e ti ritrovi
ad un certo punto del tuo passato e ti rivedi coi sogni e le speranze
proiettate al futuro ancora tutto da scrivere... Ciò mi è
capitato proprio in occasione dell'uscita di "Big City XX Anniversary",
giusta e gloriosa celebrazione di una band ed un disco che solo la
maledizione di essere italiani e suonare hard rock melodico ha impedito
di assurgere a livelli di notorietà degni del loro talento
e bravura.
Non starò qua a tediarvi con le riflessioni della mia vita
privata sugli scorsi venti anni, piuttosto desidero con grande piacere
ed onore presentare le canzoni che Elio Maugeri (vc), Simone Falovo
(ch), Stefano Turolla (bs), Eugenio Manassero (tast) ed Alex Jorio
(bt) avevano preparato per ripresentarsi sul mercato discografico
dopo la botta dell'ancor oggi fantastico "Due" uscito nel
1989. La resuscitata Dracma Records rispolvera quei masters, gli conferisce
ulteriore linfa qualitativa, arricchisce la stampa originale con due
bonus tracks e porge il tutto alle nostre orecchie affamate di qualità.
Una 'misteriosa' intro introduce la gioiosa "Rocking On The Bad
Side", eccellente connubio AOR/Hard Rock arrangiato con grande
perizia ed eseguito con gusto e convinzione sopraffina, nella quale
si possono distinguere attenti ascolti di Boulevard ed il primo disco
di DL Roth. La title-track aggiunge un tocco funky (leggi Extreme
di "Pornograffitti") ad una solida base Deep Purple, ma
la porzione solista guarda agli States e ad un certo duo Vai/Sheehnan.
Se posso riassumere il tutto con una parola, userei... goduria!!!
Non poteva mancare la ballad ed ecco "Still Remember", AOR
ricco di pathos e fragranti armonie vocali che richiamano una versione
più energica di Richard Marx, ed è una piacevole pausa
prima della ritmata e funkeggiante "Latin Lover" che esalta
ancora una volta le abilità strumentali della band alle prese
con diversi contesti espressivi, mentre "Fast As An ArroW"
si riscatta solo nell'accattivante refrain, altrimenti scorre più
anonimamente.
I sabaudi riprendono la giusta direzione con "Escape From The
Rock", hard rock melodico serrato pur essendo un tempo medio,
e con "The Riot Of The Young Guns", anch'essa degna figlia
della migliore scuola americana che ha in Dokken, Winger e White Lion
fra i più rinomati esponenti. "Lucille" è
una power-ballad con un refrain di prima classe e "She Will Be
Hanging Over" mi ha ricordato i Dan Reed Network mescolati ai
nord-europei Rat Bat Blue (chi se li ricorda?). Ci pensa "Hear
It On The Radio" a ricalibrare il tiro con quella sua grande
carica anthemica nei cori, arricchiti da ridondanti tastiere, agili
chitarre e sinuose linee di basso, mentre la trascinante "Hitman
Boogie" potrebbe essere considerata la risposta italiana a "Hot
For The Teacher" dei Van Halen o a "Elephant Gun" di
David Lee Roth con eguale tecnica sfoderata dai nostri connazionali.
Il cd celebrativo a questo punto contempla due bonus tracks, ovvero
"Fly High (Hero)", hard rocker diretto e sempre molto americano
nello spirito, e "Snake 92", già sulla compilation
dei primi anni novanta "Nightpieces II", un mid-tempo torrido
più sulla traccia segnata da Dokken e Winger.
Chi nel 1993 non potè acquistare "Big City", per
motivi anagrafici o altri, oggi ha la possibilità di colmare
un imperdonabile spazio vuoto nella propria discografia e rendere
il giusto omaggio ad una band dalle grandi qualità artistiche
che mi auguro trovi gli stimoli giusti per deliziarci ancora con sue
nuove composizioni. Grazie Elektradrive, non mollate! ABe
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