Non ho molte informazioni su questo duo composto da Donny DePaola
(voce, chitarra, basso e tastiere) e Mike Nicholas (voce e batteria),
solo che sono al secondo album e che hanno fatto quasi tutto da soli
e che dopo il primo ascolto sono rimasto molto colpito dal loro sound,
fresco e potente, ma anche ricco e penetrante, un heavy rock moderno,
con qualche accenno prog e qualche influenza seventies, in particolare
mi è piaciuta la loro capacità di mescolare passato
e presente.
Un arpeggio delicato apre la title track, il cantato è sognante,
con un buon uso della melodia, inizio intimista che presto si fa rovente
con l’entrata di una parte elettrica aggressiva ed enfatica,
fra tensioni prog metal e belle linee armoniche, il finale è
in crescendo. “For the Weary” è un brano meno immediato,
più ruvido e moderno, con una bella tensione drammatica, costruita
su passaggi ora molto elettrici, ora meditativi. Quasi senza soluzione
di continuità parte “Submit to the Divine” e il
senso drammatico si fa ancora più evidente, giocata su linee
di basso marcate, ha un ritmo incalzante che cattura. “Imaginary
Things” mi ha ricordato molto il modo di comporre dei Blue Oyster
Cult più visionari, con qualche tocco anche di Alice Cooper.
Grandiosa “The Hole”, con aperture epic di buon impatto
emotivo, uno dei momenti del disco che mi sono piaciuti di più.
Anche con “Make a Decision” la band continua a dimostrare
un buon uso delle linee melodiche unite alla potenza del sound. Tensioni
prog metal nell’immaginifica “A Taste of Conflict”.
Chiude la ballata dalle tinte intimiste “Rejuvenate Me”,
che è molto originale nella stesura.
Ho volutamente omesso ad inizio recensione che il gruppo fa parte
del circuito cristiano, perché non volevo che questa informazione
facesse allontanare qualche lettore prevenuto, perché il disco
è davvero ben fatto e alcuni brani sono notevoli e credo possa
essere apprezzato al di là dei messaggi contenuti. GB
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