Nel 2004 Jem Godfrey ha dato vita a questo progetto, che si è
rivelato molto più duraturo del previsto. Al suo fianco troviamo
il talentuoso chitarrista John Mitchell (Arena), unico elemento di
continuità, al basso lo storico John Jowitt (IQ, Arena) è
stato sostituito con Nathan King (Level 42 e It Bites), alla batteria
si sono alternati Andy Edwards e Craig Blundell (attualmente coi Trifecta,
band di altissimo valore), mentre sul presente album come “guest”
ci sono tre batteristi: Kaz Rodriguez, Darby Todd e Pat Mastellotto.
L’uscita di Blundell, uno dei miei preferiti fra i nuovi nomi,
non mi ha entusiasmato, ma non si può dire che sia stato sostituito
da musicisti “qualunque”.
A livello di songwriting Godfrey e Mitchell proseguono con un prog
moderno e nervoso, ma anche attento alle melodie, ci sono momenti
di puro splendore, altri che sanno di “mestiere”, ma complessivamente
è un disco riuscito, curato nei minimi dettagli e che si ascolta
volentieri.
Difficile dire se è un album che resterà nel cuore degli
ascoltatori, però ci mostra artisti che hanno qualcosa da dire
e che lo fanno con classe. GB
Altre recensioni: Milliontown;
Experiment in Mass Appeal
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