Rock Impressions

Fruupp - Future Legends FRUUPP - Future Legends
Sanctuary Records / Esoteric Rec.
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: Lp 1973 - CD 2009

Nel frastagliato mondo del progressive rock spesso si trovano formazioni considerate minori, ma che hanno dato vita a dischi di rara bellezza, fra questi sono sicuramente da annoverare gli irlandesi Fruupp che hanno prodotto solo quattro dischi, ma che si sono saputi distinguere per originalità e personalità. Qualcuno fin dall’inizio li aveva associati ai Genesis, ma francamente non ho trovato molti punti in comune con la band di Peter Gabriel, piuttosto i Fruupp hanno dato vita ad un sound che voleva distinguersi alternando parti sinfoniche a cavalcate rock, passando per la musica folk e anche con qualche accenno di jazz.

Questo primo album è anche quello più ruvido, meno curato, ma contiene già molti elementi distintivi di questa formazione, il primo brano eponimo sembra musica neo classica, ma il carattere emerge con “Decision” che parte molto rock, poi si trasforma in un jazz intricato, per poi far deflagare ancora un rock deciso e tagliente, ai limiti dell’hard, con una chitarra sorprendente e ritmi travolgenti. Anche “As Day Breaks With Dawn” propone questo mix di rock sanguigno e partiture più soft, con accenni folk, le idee non appaiono ancora molto chiare, anche se le composizioni esercitano un fascino indiscutibile. Ecco infatti che con “Graveyard Epistle” il gruppo fa un salto di qualità e comincia a prendere quota, in seguito il disco è tutto un divenire e l’esuberanza di questi musicisti emerge solco dopo solco. Anche la lirica “Lord of the Incubus” sembra quasi una suite, molto ricca di spunti, a tratti mi viene in mente un’altra formazione minore a me molto cara, i Gravy Train. “Song For a Thought” è una bella ballad che inizialmente ha un sapore vagamente blues, poi diventa una cavalcata incalzante. “On a Clear Day” è una bonus track apparsa originariamente solo sulle prime cento copie dell’edizione in vinile, poi successivamente scartata, come scartati sono altri due brani perché troppo heavy, che probabilmente sono andati persi, questa song non aggiunge molto a quanto già ascoltato, ma completa comuque il disco in modo piacevole, coi suoi ritmi latini.

Certo i Fruupp non erano in grado di competere coi mostri sacri dell’epoca, ma la loro proposta era tutt’altro che spregevole, anzi questa ristampa ci permette di rendere loro giustizia e di rivalutarli, se lo meritano. GB

Altre recensioni: The Prince of Heaven Eyes

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