Nel
frastagliato mondo del progressive rock spesso si trovano formazioni
considerate minori, ma che hanno dato vita a dischi di rara bellezza,
fra questi sono sicuramente da annoverare gli irlandesi Fruupp che
hanno prodotto solo quattro dischi, ma che si sono saputi distinguere
per originalità e personalità. Qualcuno fin dall’inizio
li aveva associati ai Genesis, ma francamente non ho trovato molti
punti in comune con la band di Peter Gabriel, piuttosto i Fruupp hanno
dato vita ad un sound che voleva distinguersi alternando parti sinfoniche
a cavalcate rock, passando per la musica folk e anche con qualche
accenno di jazz.
Questo primo album è anche quello più ruvido, meno curato,
ma contiene già molti elementi distintivi di questa formazione,
il primo brano eponimo sembra musica neo classica, ma il carattere
emerge con “Decision” che parte molto rock, poi si trasforma
in un jazz intricato, per poi far deflagare ancora un rock deciso
e tagliente, ai limiti dell’hard, con una chitarra sorprendente
e ritmi travolgenti. Anche “As Day Breaks With Dawn” propone
questo mix di rock sanguigno e partiture più soft, con accenni
folk, le idee non appaiono ancora molto chiare, anche se le composizioni
esercitano un fascino indiscutibile. Ecco infatti che con “Graveyard
Epistle” il gruppo fa un salto di qualità e comincia
a prendere quota, in seguito il disco è tutto un divenire e
l’esuberanza di questi musicisti emerge solco dopo solco. Anche
la lirica “Lord of the Incubus” sembra quasi una suite,
molto ricca di spunti, a tratti mi viene in mente un’altra formazione
minore a me molto cara, i Gravy Train. “Song For a Thought”
è una bella ballad che inizialmente ha un sapore vagamente
blues, poi diventa una cavalcata incalzante. “On a Clear Day”
è una bonus track apparsa originariamente solo sulle prime
cento copie dell’edizione in vinile, poi successivamente scartata,
come scartati sono altri due brani perché troppo heavy, che
probabilmente sono andati persi, questa song non aggiunge molto a
quanto già ascoltato, ma completa comuque il disco in modo
piacevole, coi suoi ritmi latini.
Certo i Fruupp non erano in grado di competere coi mostri sacri dell’epoca,
ma la loro proposta era tutt’altro che spregevole, anzi questa
ristampa ci permette di rendere loro giustizia e di rivalutarli, se
lo meritano. GB
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