Rock Impressions

Gae Bolg GAE BOLG - Aucassin et Nicolette
Auerbach Tontranger / Prophecy

Davvero fuori dal comune la proposta di questa oscura formazione di cui non ci sono info disponibili allegate al presente promo. La musica proposta è un’elettronica molto sperimentale e anche molto gotica, con alcuni accenni medioevali dal sapore fortemente esoterico e misterioso. Difficile dare dei riferimenti per questo album stralunato e inquietante. L’unica cosa che si può aggiungere è che si tratta di un concept su una storia piuttosto intrigante, forse di origine medioevale.

Pertanto vado a illustrarvi la musica del cd che parte con un’anomala intro fra il bucolico e il solenne, dove un flauto tipo quello del dio Pan fa da contrasto ad un andamento lento e solenne piuttosto cupo. “Invocation I” è proprio quello che prometto, una litania malsana che prende come pretesto i canti sacri e li corrompe con inserti maligni e impuri. “Le Diable Parle” è ancora più tenebrosa, con una voce sgraziata che emerge su un coro femminile piuttosto tragico e su un ritmo ossessivo terribile. “La Maladie d’Aucassin” prosegue in un’ideale discesa verso un inferno senza ritorno, con le sue dissonanze volutamente fastidiose. Per controbilanciare arriva la poetica “Chanson” e sembra di ascoltare proprio un altro disco con il suo fine arpeggio di chitarra così romantico innestato su un tappeto molto malinconico di tastiere. La medioevale “Sur les Bords de l’Ille” cambia ancora pelle come se questo disco fosse una improbabile scatola cinese piena di segrete sorprese. L’oscurità ritorna sinistra e angosciante in “Dans la Loge”, un brano lugubre come pochi altri. “Les Visions de Theophile” non migliora la situazione, anzi agita spettri che si vorrebbe scacciare velocemente.

Per rincarare la dose ecco “Invocation II”, non molto diversa da quella precedente. L’amore per le melodie medioevali ritorna nella gioiosa “Danse” che suona “strana” associata al contesto precedente. “Le Cygne Noir” è spettrale e funerea come un funerale sotto una pioggia. “Ballade” ha un incedere solenne piuttosto insolito che non mi coinvolge più di tanto, molto meglio “Passacaille” che ricorda certe toccate e fughe per organo. “Le Retour d’Aucassin” è quasi straziante e qui mi piacerebbe poter conoscere la storia, evidentemente questo “ritorno” non è per niente felice e gradito. “Aucassin et Nicolette” riprende l’intro e pone il sigillo finale su una storia profondamente nera.

Questo album è piuttosto ostico e certo non adatto ad un neofita delle atmosfere dark più sperimentali e ricercate, ma è un disco di grande spessere artistico che piacerà molto a chi è abituato ad ascoltare gruppi come i Sol Invictus o i nostri Ataraxia più gotici. GB

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