Rock Impressions

General Stratocuster - Double Trouble GENERAL STRATOCUSTER and the MARSHALS
General Stratocuster and the Marshals
Red Cat Records
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2013


Ricordate l’esordio dei General Strotocuster? Era il 2011 e sono serviti circa due anni per dare un seguito a quel bel disco, intanto Jack Meille ha proseguito coi suoi impegni coi Tygers e con i vari progetti di cui fa parte, così come hanno più o meno fatto anche gli altri. La voglia di infiammare il palco di questi musicisti è tornata prepotente ed ecco questo nuovo album pieno di energia a dimostrarlo. La formazione è praticamente identica, troviamo solo l’ingresso del tastierista Federico Pacini ad arricchire il sound corposo di questi nostrani cowboy.

Il disco comincia con “Drifter” puro hard blues che ricorda vagamente i grandi Free, la voce di Meille è perfetta e col passare degli anni sembra migliorata, ottimo il lavoro ritmico, che sostiene con grande feeling le torride scorribande della chitarra sporca di Fabio Fabbri, ma si nota anche l’organo di Pacini, che arricchisce il sound di un tappeto veramente coinvolgente, ottimo avvio ricco di classe e potenza. “Cute Evil Angel” ha una bella linea melodica con un tocco di r’n’b, ma è comunque un solido hard rock. Irresistibile poi è il riffing funkeggiante della Title Track, veramente sensuale e devo dire che si riflette bene nell’artwork ammiccante, ancora una volta il gruppo dà prova di grande capacità nel cesellare un rock ben congegnato e molto coinvolgente. “What Are You Lookin’ For” è una ballata dal sapore western con un andamento drammatico, un po’ ZZ Top e un po’ Nick Cave, gran bel pezzo davvero. Ma ancora più toccante è il blues rallentato di “Don’t Be Afraid of the Dark”, con Jack che sfodera un’interpretazione da brividi, mentre il lavoro di chitarra è semplicemente sublime. La musica della grande frontiera spunta ancora in “Alone”, che ha un bell’incedere pur essendo sostanzialmente una country ballad, solo un po’ più veloce con una gran bella melodia. Nell’acustica “I Just Got Scared” Meille mostra tutta la sua prossimità a Robert Plant, già col suo progetto Norge aveva mostrato quanto fosse bravo a vestire i panni dello storico singer, ma in questa composizione propria è ancora più bello scoprire questa vicinanza. “Time” è un’altra ballata con la dobro che pennella raffinatezze e Jack che canta con voce calda e carezzevole. Echi di Zeppelin anche nel trascinante rock ‘n’ roll della conclusiva “Push to the Limit”, bravi tutti a regalarci un vero pezzo di bravura, dove il rock pulsa vitale come ai bei vecchi tempi.

Se non fosse che sappiamo bene da dove vengono questi musicisti, potremmo tranquillamente pensare ad un disco straniero, a dimostrazione di quanto possono fare i nostri. Un disco come questo sostenuto adeguatamente potrebbe regalare molte soddisfazioni, anche a chi ha sempre creduto nel rock in tricolore, che non è certo un’utopia, ascoltare per credere. GB

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