Michael
Harris è uno dei chitarristi metal che mi sono piaciuti di
più fra quelli ascoltati di recente, perché nei due
dischi precedenti che ho incontrato ho trovato una ricerca musicale
che è sempre andata oltre l'esibizione delle proprie doti tecniche.
Harris compone una musica visionaria ed epica, di stampo chiaramente
progressivo, ma resta comunque un super virtuoso che in questo nuovo
album si fa accompagnare solo dal batterista Brian Harris già
al suo fianco anche in passato.
I Dream Theater sono indubbiamente un punto di riferimento molto importante,
ma Michael non è privo di talento e dimostra di essere un compositore
interessante. Non essendo il primo arrivato nel metal progressivo
il suo lavoro può interessare in particolare ai fans del genere,
tenendo conto che non siamo di fronte ad un clone.
I primi quattro brani non si elevano sulla media del repertorio a
cui siamo abituati, ma la traccia che da il titolo all'album è
spumeggiante e da sola vale l'ascolto del cd, contiene un'infinità
di idee e mescola con grande disinvoltura generi musicali molto diversi.
La stessa energia creativa la troviamo anche nella sucessiva "Tears
Roll Down", mentre gli appassionati dei virtuosismi troveranno
pane per i loro denti voraci in tracce come "Prosthetic Brain"
con il suo jazz metal. Questa commistione continua anche in "Into
the Spiral Rain" per poi dichiararsi in modo assolutamente esplicito
in "Mandy Slang" col suo incedere ai limiti della fusion.
Per i cuori più metallici arriva l'irruente "Incarcerated"
a rimettere le cose al loro posto. Stranissima è "The
Cozmic Desert" con il suoi riferimenti gitani e orientali molto
originali. In chiusura troviamo la titanica suite "Battle Fadigue",
una composizione molto epica piena zeppa di idee, anche se non tutte
funzionano, resta comunque un gran bel brano. Come bonus track c'è
uno stupendo omaggi a Mozart il più grande genio della musica
di tutti i tempi.
Harris si conferma essere un chitarrista eclettico e personale e in
questo settore non sono doti da sottovalutare. GB
Altre recensioni: Sketches
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