Michael
Harris mi è piaciuto fin dal primo disco che ho ascoltato della
sua produzione, che conta già sei capitoli di pregevole fattura.
Ma se mi erano piaciuti i suoi dischi precedenti questo nuovo penso
sia destinato veramente a lasciare il segno nella sua discografia.
Harris, pur essendo di estrazione metal, ha già mostrato di
amare i classici e la musica con forti connotazioni epiche e teatrali
e in questo nuovo lavoro spinge ancora più all’estremo
questi aspetti. Le dieci composizioni mostrano tutto il suo amore
per i grandi compositori classici fra cui il nostro cita anche il
grande Krzysztof Penderecki, un polacco che nel secolo scorso ha prodotto
delle pagine di musica incredibili (vi consiglio in particolare il
concerto per violino ed orchestra).
Ogni composizione è una piccola gemma piena di sfaccettature,
con Michael che elargisce emozioni a piene mani, ci sono momenti straripanti
con un solido impianto metal e una batteria martellante ad opera di
Matt Thompson, ce ne sono altri dove a dominare è il feeling
e l’emozione pura. Harris suona molti tipi di chitarra diversi
e anche le tastiere e il basso e tutta questa varietà di suoni
rende molto corposo il suo sound.
Michale Harris è un virtuoso eccezionale, ma a differenza di
tanti suoi colleghi che sono molto bravi a suonare, ma non altrettanto
a comporre, lui riesce anche a scrivere pagine di musica che cattura
e inchioda, che ti trascina in un vortice continuo di emozioni e questo
fa la differenza con tanti altri musicisti. Un ritorno col botto,
grande Michael Harris!!! GB
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