Rock Impressions

Allan Holdsworth - None Too Soon ALLAN HOLDSWORTH - None Too Soon
Moonjune
Distribuzione italiana: IRD
Genere: Jazz
Support: CD - 2012 (Original release 1996)


Nel jazz il fascino di confrontarsi coi classici è sempre molto forte, un fascino a cui non è rimasto indenne nemmeno il talentuoso Holdsworth, che per il suo nono sigillo solista ha voluto omaggiare alcuni grandi nomi in compagnia di Gordon Beck alle tastiere, Gary Willis al basso e Kirk Covington alla batteria, ovviamente tutti musicisti eccellenti.

Il primo omaggio, quasi ovviamente, va al grande John Coltrane con la reinterpretazione di “Countdown”, una pratica svolta con consumata abilità, un’esecuzione ineccepibile, dove il gusto per il classico jazz si fonde con sonorità ineguagliabili. Il secondo omaggio va ad un altro gigante del jazz, Django Reinhardt con “Nuages” ed ecco una cascata di suoni morbidi e raffinati, con grande evidenza delle tastiere di Beck. Poi è il turno di Irving Berlin e della sua “How Deep is the Ocean”, il ritmo accelera e gli altoparlanti si riempiono di una cascata di note, legate tra loro da virtuosismi sopraffini. Il quarto brano estratto è “Isotope” di Joe Henderson e si continua sulla scia dei precedenti davvero difficile aggiungere altro, Henderson è l’unico artista di cui vengono proposti due brani, infatti in conclusione troviamo anche “Inner Urge”. Anche il tastierista Beck offre due brani per questo album, quello che dà il titolo al disco e “San Marcos”, ovviamente essendo Gordon fra i musicisti coinvolti nel progetto, ho considerato diversamente il suo contributo rispetto a quello di Herderson, ma in fondo la sostanza non cambia. A sorpresa in questa compilation troviamo un brano che non appartiene al jazz, “Norvegian Wood” dei Beatles, ma vi assicuro che se non conoscete l’originale, manco ve ne accorgete, Allan e soci con grande creatività la rielaborano e la fanno diventare un vero e proprio standard. L’ultimo brano (non in scaletta, ma in ordine di autore) è “Very Early” di Bill Evans e come potete immaginare la parte del leone è per le tastiere.

Un disco di gran classe, si potrebbe dire che Holdsworth abbia voluto giocare sul sicuro, ma sarebbe davvero riduttivo, un musicista del suo calibro, che ha dosato i dischi lungo la sua carriera, non ha certo pensato a questo titolo per fare cassa, piuttosto ci ha regalato un momento di estasi musicale, ovviamente se vi piace il jazz. GB

Altre recensioni: Hard Hat Area; Blues For Tony; Flat Tire

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