Rock Impressions

Allan Holdsworth - FLAT Tire ALLAN HOLDSWORTH - FLAT Tire
Music For A Non Existent Movie
Moonjune
Distribuzione italiana: IRD
Genere: Jazz / Experimental
Support: CD - 2012 (Original release 2001)


Nel 2001 Holdsworth pubblica il suo undicesimo album, un disco dove praticamente fa tutto da solo, è il primo dove tenta questa via, unica eccezione la presenza del bassista Dave Carpenter in un paio di brani. Holdsworth è uno dei più grandi chitarristi viventi. Da quando ha scelto la strada della sperimentazione pura, si è allontanato dai grandi circuiti ed ha intrapreso percorsi scomodi e questo disco ne è l’esempio migliore e più esaustivo. La Moonjune ha ristampato il disco rimasterizzandolo e migliorandone il suono.

Siamo di fronte a nove composizioni, solo nella prima Allan suona la chitarra, per il resto usa il sintetizzatore Sinthaxe, tra l’altro ne fa un uso poco convenzionale, insomma sembra sperimentare nella sperimentazione. Nella breve “The Duplicate Man (intro)” il nostro ci presenta dei virtuosismi di chitarra molto free jazz, proposti su una base umoristica abbastanza caotica, segue il brano vero e proprio dallo stesso titolo, scompare la chitarra (e anche i rumori di fondo) e Allan si muove in totale libertà, non c’è una trama melodica riconoscibile, sembra musica umorale, dove si possono riconoscere più temi, ma soprattutto troviamo la sensibilità musicali di questo sperimentatore puro. “Eeny Meeny” è la prima delle due tracce col basso, che tra l’altro è appena udibile, Holdsworth si lancia in un assolo assoluto, sempre molto free, non c’è un solo momento che abbia l’apparenza di musica da film, musica tutt’altro che rilassante o teatrale, piuttosto impegna l’ascoltatore in un puzzle sonoro per menti molto allenate. “Please Hold On” è più rilassata, quasi d’atmosfera, ma il nostro non perde il gusto per le soluzioni complesse. “Snow Moon” prosegue con le impennate creative del nostro, che si cimenta sempre più anche nelle parti ritmiche, simulando diversi strumenti percussivi, che vengono poi ripresi ancora più in specifico nella seguente “Curves”. “So Long” è il brano più atmosferico e pacato, mentre “Bo Beep”, il secondo col basso, questa volta più presente, è il primo che unisce una certa linea melodica al gusto sperimentale. Chiude la lunga maratona di “Don’t You Know”, meno ostica dei precedenti, ma comunque sempre impegnativa.

Holdsworth è un musicista che non si è mai voluto sedere sugli allori, scomodo, geniale, innovativo, insomma un vero artista, per questo non facile, non banale, non scontato, in altre parole per palati molto esigenti. GB

Altre recensioni: Hard Hat Area; Blues For Tony; None Too Soon

Sito Web


Flash Forward Magazine

Indietro a Ultime Recensioni


Indietro alla sezione H

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |