Sono passati oltre vent’anni da quando è uscita la prima
edizione di questa gemma dark, uno dei dischi più oscuri partoriti
dalla Black Widow, che si è sempre distinta per essere grande
esperta e promotrice delle musiche di confine, intrise di mistero,
esoterismo e letteratura gotica. Il gruppo capitanato dal bassista
Diego Banchero ha dato il via alla propria produzione con questo gioiello
di ossidiana pura che oggi viene ristampato in una edizione che dà
nuovo lustro a questo grande disco.
Si possono richiamare alla memoria diversi nomi del nostro panorama,
ma credo che la band abbia attinto soprattutto dalle colonne sonore
dei film horror, non a caso il nome ricorda una serie televisiva dei
primi anni ’70. Il metallo sulfureo che si ascolta non è
imitazione di qualcosa di già sentito, piuttosto l’ispirazione
la si legge nelle atmosfere cupe e cariche di mistero, evoluzioni
drammatiche trasposte in modo magistrale nelle note che si ascoltano.
Un disco genuino e teatrale, che accompagna il pubblico in un viaggio
onirico tra paure senza nome. Un’opera noir da ascoltare tutta
d’un fiato, come la visione di un film dalla trama coinvolgente,
che ti inchioda allo schermo.
Credo che sarebbe giunto il momento di riconoscere che l’Italia
possiede una delle scene più creative in ambito dark rock,
è chiaro che quando si parla di questo particolare genere musicale
vengono in mente molti storici nomi stranieri e la mia affermazione
potrebbe sembrare campanilista, ma Il Segno del Comando sono l’ennesima
conferma di quanto affermo. GB
Altre recensioni: Il Volto Verde;
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Mortiis - Freddy Delirio;
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