Rock Impressions

Ion - Immaculada ÍON - Immaculada
Equilibrium Music
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Ethereal / World Music
Support: CD - 2010

Ritorna Duncan Patterson (ex Anathema ed ex Antimatter) con sequel dello splendido Madre Protégenos, uscito quattro anni fa. Come si capisce dal titolo e dall’artwork siamo sempre nell’ambito di un progetto dal forte connotato spirituale, che Duncan ricerca spingendosi sempre più nella word music. Questo nuovo album è stato partorito idealmente fra la Grecia e l’Irlanda ed entrambe le caratteristiche musicali di queste terre traspaiono dai solchi del cd, che Patterson ha realizzato avvalendosi del contributo di una lunga serie di musicisti, fra i quali spiccano una buona serie di interpreti femminili.

I titoli delle canzoni sono anch’essi molto espliciti, oltre alla title track troviamo: “Temptation”, “Adoration”, “Invidia”, “Return to Spirit”, tanto per citarne alcuni, la title track è un brano denso, rituale, che ci cala in un’atmosfera sacra e suggestiva, densa di mistero, con una chitarra intrigante su un tappeto di tastiere molto dark. “Temptation” sapora di ritmi mediterranei, la presenza della Grecia con le sue tradizioni musicali è molto forte e marcata. Molto più solare e mistica è “Adoration”, sembra quasi un brano liturgico, che sapora fortemente d’Irlanda e ricorda anche certe cose di Enya, un brano moderno che sembra già un tradizionale. Il quarto brano dal titolo in gaelico (credo) è ancora più legato alla tradizione, bellissimo. “Invidia” torna a ritmi orientali, mi piace meno di quanto ho ascotato fino ad ora, ma è comunque un brano intenso. “Cetatea Cisnadioara” è un brano molto mistico, rallentato, difficile da capire se non si ha dimestichezza con certe musiche, fa pensare più a un canto gregoriano, con i dovuti distinguo, che non certo a musica pop. “The Silent Star” è ancora più minimale ed eterea, che si riprende verso il finale, ma sembra comunque un canto di adorazione. “Return to Spirit” è un brano metafisico, cadenzato, dal grande senso drammatico e misterico, stranamente posto alla fine del disco, perché lascia molti interrogativi e domande sulle intenzioni di Duncan nel dare compimento con questo pezzo ad un disco davvero particolare e di non facile interpretazione.

Devo dire che il primo album degli Ion mi aveva affascinato di più, ma questo è un disco molto profondo e che richiede parecchia attenzione e questo è già un grande pregio, comunque non è un disco che può essere giudicato con normali criteri interpretativi, il suo carattere trascendente e spirituale obbliga a considerazioni altre e più elevate. Bravo Patterson. GB

Altre recensioni: Madre, Protégenos

Intervista: 2007

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