Rock Impressions

Jupiter Society - From Endangered to Extinct JUPITER SOCIETY - From Endangered to Extinct
Fosfor Creation
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2013


Terzo capitolo per la creatura spaziale di Carl Westholm, pubblicato a quattro anni di distanza dal precedente interessante Terraform. Il nostro torna con il suo vascello interstellare ed un equipaggio in parte rinnovato, per proporci nuove magie teatral dark prog metal, un mix di Ayreon, Saviour Machine e Rocket Scientists, giusto per dare qualche coordinata, ma non si tratta di imitazioni, Carl ha sufficiente personalità per dare in pasto al suo pubblico un piatto molto personale e convincente.

Le note d’apertura sono subito inquietanti, “Enemy March” ha proprio la forza di un’invasione barbarica, il ritmo marziale ha un che di angosciante, il dramma è palpabile e molto ben rappresentato da una musica cupa e apocalittica di ottima efficacia. Il prog metal del nostro non è auto celebrativo, ma piuttosto si preoccupa sempre di rappresentare teatralmente il tema portante del testo. Se prima abbiamo provato inquietudine, con “Invasion” si tocca l’angoscia e la paura, non si fanno prigionieri e dopo le macerie del brano precedente ecco instaurato il regno de “Queen of Armageddon”, l’artwork plumbeo dell’artwork è molto ben rappresentato anche dalle musiche sempre efficaci. Ottima l’orchestrazione generale, per cui non ci sono strumenti dominanti, ma tutti sono al servizio del concept. Come se non bastasse arriva “No Survivors” di certo non si vedono tante luci in questo concept. La resistenza è estenuata dal conflitto, ma prova a contrattaccare in “Fight Back”, ma la speranza è poca e alla fine non resta che la resa e con “Defeat” si chiude il drammatico scontro, che lascia un pianeta terra privo di forme di vita… un futuro apocalittico che molti profetizzano, poco importa se a perpetrarlo sarà un’invasione aliena o se sarà la stessa follia umana, che sta progressivamente distruggendo la terra, il risultato sembra senza appelli, nessun sopravvissuto.

Certo è un’opera cupa e terribilmente drammatica, sempre molto ben rappresentata da musiche convincenti e da un senso teatrale orchestrato con grande maestria, Westholm ci consegna un disco maturo e potente, forse un po’ disturbante, ma lo sono anche molti film e molti libri, questo disco in fondo non è diverso è può essere visto come l’ideale colonna sonora di un fantamovie poco rassicurante. Spettacolare. GB

Altre recensioni: First Contact/Last Warning; Terraform

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