Terzo capitolo per la creatura spaziale di Carl Westholm, pubblicato
a quattro anni di distanza dal precedente interessante Terraform.
Il nostro torna con il suo vascello interstellare ed un equipaggio
in parte rinnovato, per proporci nuove magie teatral dark prog metal,
un mix di Ayreon, Saviour Machine e Rocket Scientists, giusto per
dare qualche coordinata, ma non si tratta di imitazioni, Carl ha sufficiente
personalità per dare in pasto al suo pubblico un piatto molto
personale e convincente.
Le note d’apertura sono subito inquietanti, “Enemy March”
ha proprio la forza di un’invasione barbarica, il ritmo marziale
ha un che di angosciante, il dramma è palpabile e molto ben
rappresentato da una musica cupa e apocalittica di ottima efficacia.
Il prog metal del nostro non è auto celebrativo, ma piuttosto
si preoccupa sempre di rappresentare teatralmente il tema portante
del testo. Se prima abbiamo provato inquietudine, con “Invasion”
si tocca l’angoscia e la paura, non si fanno prigionieri e dopo
le macerie del brano precedente ecco instaurato il regno de “Queen
of Armageddon”, l’artwork plumbeo dell’artwork è
molto ben rappresentato anche dalle musiche sempre efficaci. Ottima
l’orchestrazione generale, per cui non ci sono strumenti dominanti,
ma tutti sono al servizio del concept. Come se non bastasse arriva
“No Survivors” di certo non si vedono tante luci in questo
concept. La resistenza è estenuata dal conflitto, ma prova
a contrattaccare in “Fight Back”, ma la speranza è
poca e alla fine non resta che la resa e con “Defeat”
si chiude il drammatico scontro, che lascia un pianeta terra privo
di forme di vita… un futuro apocalittico che molti profetizzano,
poco importa se a perpetrarlo sarà un’invasione aliena
o se sarà la stessa follia umana, che sta progressivamente
distruggendo la terra, il risultato sembra senza appelli, nessun sopravvissuto.
Certo è un’opera cupa e terribilmente drammatica, sempre
molto ben rappresentata da musiche convincenti e da un senso teatrale
orchestrato con grande maestria, Westholm ci consegna un disco maturo
e potente, forse un po’ disturbante, ma lo sono anche molti
film e molti libri, questo disco in fondo non è diverso è
può essere visto come l’ideale colonna sonora di un fantamovie
poco rassicurante. Spettacolare. GB
Altre recensioni: First Contact/Last
Warning; Terraform
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