Ci si imbatte in campo musicale sempre più spesso negli anni
con i cosiddetti “supergruppi”. Questi sono formati da
diversi musicisti provenienti da altrettante band più o meno
di successo nell’ambito. Il Progressive Rock ci ha già
regalato diverse di queste band di successo, basta nominare i Transatlantic
o gli Ayreon per farvene avere un idea. Ebbene, i tedeschi Karibow
oggi rientrano proprio in questo contesto, in quanto nelle file di
questo ottavo lavoro da studio si trovano musicisti come Michael Sadler
dei Saga (voce), Sean Timms già con Unitopia e Southern Empire
(tastiere), Colin Tench dei Corvus Stone (chitarra) e Karsten Stiers
della band Errorhead (voce). Con il gruppo del leader Oliver Rüsing
(voce, chitarra, basso, batteria, tastiere) suonano nel disco anche
Jörg Eschrig (mandolino e cori), Daniel Neustad (basso), Chris
Thomas (chitarra acustica) e Markus Bergen (tastiere).
Sicuramente fra di voi chi è intenditore di questo genere musicale
avrà già intuito che musica i Karibow vanno a proporre,
ossia un mix fra New Prog in stile Marillion e del buon AOR in stile
Saga. Chi non conoscesse queste due band è libero di farsi
un tour informativo anche su You Tube. Ne scaturisce in definitiva
un monumentale doppio cd dal titolo “Holophinium”, con
un artwork davvero speciale, cartonato e contenente un libretto all’interno
esaustivo sia di testi che di informazioni.
Ci tengo a sottolineare questo fatto, perché l’acquisto
di un disco a mio avviso non deve essere soltanto soldi per delle
canzoni, perché l’autore vuole sempre comunicare emozioni,
e questo bene si deve accompagnare anche visivamente, così
anche l’acquirente è giusto che venga informato su chi
lavora all’intera opera etc. Cosa sarebbero “The Dark
Side Of The Moon” o “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club
Band” senza l’artwork? Questa volta davvero notevole lo
sforzo creativo di Oliver Rüsing.
Venendo invece al contenuto musicale, il primo cd è composto
da dieci canzoni e come spesso accade in questo magniloquente genere,
l’argomento è fantascientifico. Subito brividi all’ascolto
di “Holophinium”, aperto da un breve intro oramai immancabile
in ogni album Rock che si rispetti. Un lieve AOR con chitarre distorte
attenuate dalle predominanti tastiere, sciolina armonie ruffiane e
gradevoli, una sorta di Spock’s Beard era Neal Morse. La musica
tenta qualcosa in più nella mini suite “E.G.O.”,
anche interventi di elettronica che fanno da tappeto sonoro. Ciò
che risulta già da questi primi ascolti è la facilità
con cui Oliver Rüsing compone ritornelli semplici e diretti.
Piccole istantanee di Metal Prog di tanto in tanto fanno capolino
nelle canzoni.
Resto colpito dalla bellezza di “Some Will Fall” e dall’energia
di “Quantum Leap”, ma non sono i singoli episodi che vanno
nominati, l’insieme scorre in maniera molto fulgida.
Il cd 2 è una lunga suite dal titolo “Letter From The
White Room” suddivisa in sette episodi. Cambi di ritmo, controtempi,
tastiere, chitarre, tutto quello che serve al Prog ed all’AOR
è qui in “Walk On Water (Part II)”. Tuttavia questo
monumentale lavoro in studio essendo a cavallo fra due generi, probabilmente
corre il rischio di scontentare un poco gli ascoltatori più
integralisti degli stessi, ma è un rischio limitato, in quanto
le atmosfere e le melodie sono così gradevoli che tutto va
per il meglio.
Un lavoro del genere necessita di un comodo divano dinanzi allo stereo,
un volume alquanto allegro e magari anche un buon bicchierino (moderato)
di quello che più piace a voi. Un lungo viaggio in musica che
giova al corpo e alla la mente. MS
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