Rock Impressions

Knight Area KNIGHT AREA - The Sun Also Rises
Laser's Edge


Gerben Klazinga è cresciuto a pane Camel e Genesis e negli anni ottanta ha assimilato la lezione new prog di Marillion, IQ, Pallas e Pendragon, con queste credenziali si presenta con questo dischetto che farà la gioia di tutti gli amanti di queste sonorità. I Knight Area sono il suo progetto e lo accompagnano altri dieci ragazzi olandesi, che si alternano nei vari brani e fra i quali troviamo il fratello Joop che suona il flauto e compone buona parte delle liriche.

Il sound di questo progetto è molto epico e sinfonico, Gerben Klazinga suona le tastiere e la batteria, firma quasi tutti le musiche e produce il disco. Il primo brano "Beyond..." ricorda molto i migliori Pendragon, mentre "The Gate of Eternity" ricorda gli ultimi Flamborough Head, in particolare per gli inserti di flauto.

Il classico prog bucolico di stampo settantiano domina "Conspiracy". Più energica risulta "Forever Now" e le citazioni si sprecano, ma non devono far pensare ad un clone senza personalità. La title track non aggiunge elementi nuovi, ma è un bel brano con vari cambi di situazioni. "Conviction" ha un intro psichedelico di grande effetto, poi il brano diventa purtroppo un po' leggero e perde la bella atmosfera d'apertura, ma rimane uno degli episodi più piacevoli del disco. "Mortal Brow" è, invece, un brano più maturo e interessante con delle parti molto epiche. "Moods Inspiring Clouds" è malinconica e sognante, la segue a ruota "A New Day At Last" che ha lo stesso pathos e un pregevole solo di chitarra. Suggella il disco la mesta "Saevis Tranquillis in Undis", con Klazinga che suona il piano con l'aggiunta di pochissimi arrangiamenti. Gerben è un appassionato di prog e nella sua musica ci mette tutto il suo amore per questo genere, certo potrebbe non piacere ai puristi che amano i vecchi classici, ma il suo disco è bello e merita di essere almeno ascoltato.

La genesi di questo album risale a ben venti anni fa e solo oggi Klazinga è riuscito a completare il lavoro e, in effetti, è un disco molto curato, i pezzi sono belli e vari e c'è da augurarsi che non ci vogliano altri vent'anni al nostro per pubblicare il seguito di questa sua saga avvincente che porta il nome di Knight Area, un nome da tenere d'occhio. GB

Altre recensioni: Under a New Sign; Hyperlive

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