Il
debutto di Koch sull'etichetta di Steve Vai mi aveva fatto gridare
al miracolo, Greg è uno di quei chitarristi per i quali è
difficile trovare gli aggettivi adatti per esaltarne la bravura senza
scadere nel banale. The Grip è stato uno dei migliori dischi
di rock blues che mi è capitato di ascoltare dai tempi del
compianto Steve Ray Vaughn, per questo mi sono buttato a capofitto
su Radio Free Gristle (che mi ricorda il titolo del primo disco solista
del grande bassista Stuart Hamm: Radio Free Albemuth), convinto già
di poter godere come un riccio in nome del blues più viscerale
e trascinante.
Ma il nuovo disco di Koch non è un disco di blues, almeno non
nel senso classico del termine, è molto di più. Ovviamente
è un album all'insegna della chitarra e Greg non delude le
aspettative sfornando una serie di una quindicina di brani dove prova
a fare un po' di tutto. Radio Free Gristle è un album irriverente
e sarcastico, un po' zappiano nella concezione, dove Koch inserisce
brevi frasi e commenti fra un brano e l'altro per dare una chiave
d'interpretazione del pezzo.
Le regole sono stravolte e ogni traccia può iniziare con uno
stile per abbracciarne subito dopo un'altro, troviamo così
l'hard rock e il jazz che giocano insieme in "The Mansqwatch
Chronicles", il country imbastardito con giri gogliardici e scanzonati
come in "Ila Rose" con un suono di chitarra a dir poco strepitoso.
Torna il blues texano in "Torn", ma non è più
un inno ad un genere immortale, è una vera presa per i fondelli
in senso buono. Come non amare il solismo ispirato di "Acid Dhartha"
o le follie, degne del padrone di casa Steve Vai, di "Sassy Strumpet"?
Ma sono solo alcuni degli spunti che si possono assaporare in questo
album fresco e frizzante.
Greg si dimostra ancora una volta artista completo e geniale, tecnicamente
mostruoso, ma con un'anima immensa, non privatevi della gioia di ascoltarlo!
GB
Atre recensioni: The Grip!; 13x12 |