Rock Impressions

Lilith and the Sinnersaints - Revoluce LILITH and the SINNERSAINTS - Revoluce
Alpha South Records
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Rock
Support: CD - 2015


Ricordo il primo incontro musicale con i Lilith and the Sinnersaints, un po’ per la copertina provocatoria, un po’ per il nome insolito e soprattutto per la musica, un ottimo rock, ricco di cultura e molto ben suonato. Del resto si tratta di musicisti con un background di tutto rispetto. Per le note biografiche vi rimando alla recensione precedente, la band con gli anni si è consolidata, oltre alla cantante Rita Lilith Oberti ci sono il batterista Antonio Bacciocchi, il chitarrista Massimo Vercesi, il bassista italo messicano Christian José Cobos e la flautista Sabina Vercesi. Dal punk rock degli esordi (Not Moving), la band in seguito si è diretta ad un post rock venato di blues.

Il disco si compone di dodici tracce tutte composte dal gruppo, non ci sono covers. Il primo è “Sa Furca”, una ballata blues in dialetto (usato per un altro paio di pezzi), i suoni sono desertici, uno strano incrocio fra Davide Van De Sfroos e Mark Ribot, si sente subito la profonda cultura della band, che è mostrata con devozione e serietà a beneficio degli ascoltatori più esigenti, ma fruibile anche per chi conosce poco l’underground, ma ama la buona musica. Sempre in chiave blues è “Canto”, brano dal sound garage che mi ricorda il revival sixties di anni ottanta. Molto più sofisticata “Nero”, aperta da un bel giro di basso, una ballata dal sapore popolare alla Nick Cave, molto elegante, in certi momenti mi ha ricordato l’Enrico Ruggeri più chansonnier e anche un po’ Massimo Bubola. Con “(Vorrei parlarti di) Rivoluzione” si passa ad un testo decisamente impegnato e bello, con una linea rock incalzante che mi piace parecchio, ottimo il chitarrismo di Vercesi. Calda la voce di Rita “Lilith”, un po’ alla Patty Smith, lievemente ruvida, ha un che di sensuale che rende morbido ogni brano che interpreta. Via via che si susseguono i brani si viene sempre più avvolti dalle sonorità di questa band ricca di personalità, una voce che si distingue nel nostro piatto panorama tricolore. Ogni brano ha una sua identità, ma lo stile è sempre un post rock blueseggiante, ora più ruvido ora più carezzevole, con venature diverse, ma fedele ad una scelta di fondo.

Questa band è sempre più brava, il suo rock cantato in italiano è sempre più personale e convincente. È un privilegio poterli ascoltare. GB

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