Chi
già conosce questo poliedrico chitarrista sa a cosa va incontro,
ad un anno dal precedente Chromaticity arriva questo seguito e le
coordinate sono le stesse. Un power trio da sogno con Mike Terrana
alla batteria e Kevin Chown al basso, mentre il nostro come al solito
si divide fra chitarra e tastiere.
Dieci brani potenti e divertenti allo stesso tempo, piuttosto ben
asseblati così che l'ascoltatore non rimpiange troppo la mancanza
di un vocalist, ma è sempre la stessa minestra. La classe di
questi musicisti rende il disco accattivante, però visto il
titolo e la cover mi aspettavo una svolta più moderna nelle
composizioni. Evidentemente Tony preferisce restare nei territori
più sicuri e a lui congeniali di un virtuosismo chitarristico
di stampo heavy classico.
Il brano "Violent Machine" è bellissimo e miscela
con grande gusto musica classica e heavy metal senza calcare troppo
la mano su inutili barocchismi, limitandosi invece a soluzioni ricche
di feeling e di gusto, ma anche di potenza e di ritmo. "Unfortunate
Lazarus" è un brano in doppia cassa, una cavalcata heavy
con armonie jazz! Non manca un brano di Chopin ed è la volta
dello "Studio nr. 12 Opera 10", eseguito con la solita perizia
e virtuosismo al pianoforte da Tony. Subito dopo si torna alla doppia
cassa con "Shoe Shine Cyber Boy", molto grintoso. "Carolina
Blue" è una track atmosferica dolce, ma con un buon lavoro
ritmico. "Mr Destructive" è un buon metal, mentre
"Ars Nova" è più prog. Chiude "Space
Ritual", che di spaziale ha ben poco nel senso di space rock,
infatti, è ancora classico heavy.
Come al solito si tratta di un disco per appassionati del genere e
di sicuro è un buon disco. GB
Altre recensioni: Chromaticity; Live
Insanity; Collection
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