Rock Impressions

Metal Church - This Present Wasteland METAL CHURCH - This Present Wasteland
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2008

Dopo le ristampe varie di cavalli di battaglia e l’ultimo “A Light In The Dark” del 2006, ecco il ritorno della storica band di Seattle. La copertina gia ce la racconta giusta, il culto metallico ed oscuro della band aleggia ancora una volta sopra di noi. Come si dice, il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Greve e cadenzato il disco si apre avanti a noi, sin dall’iniziale “In The Company Of Sorrow”, in maniera drammatica e meravigliosamente emozionane. Questo è il succo di “This Present Wasteland”, un viaggio che ci tocca dentro e scalfisce. Non serve spaccare il mondo per essere metallici al giusto, non serve una ritmica a mitraglia, serve la testa ed il cuore, quello che mettono i maestri del genere. Ronny Munroe si esibisce dietro al microfono come non ha fatto mai, sembra che abbia venti anni! Inutile pure spendere parole sull’operato del duo di chitarre Kurdt Vanderhout e Rick Van Zandt, perfetta intesa. La ritmica composta da Jeff Plate alla batteria e da Steve Unger al basso è l’ennesima sicurezza. Un viaggio nel Metal più classico questo dei Metal Church, alternando velocità e tecnica., come in “Congreation”. C’è un brano a cui tengo molto, che si potrebbe proporre come un altro grande classico della band, si intitola “Deeds Of A Dead Soul”. La personalità della band è oramai nota, ma non esulano di tanto in tanto influenze di grandi come R.J.Dio, Deep Purple, Black Sabbath e compagnia bella. Queste apparizioni faranno la gioia di chi come me ha vissuto gli anni d’oro del Metal.

Gli argomenti e la struttura sonora del brano, sono importanti in “Mass Hysteria”. Il cercare di portare agli occhi dell’ascoltatore problemi sociali d’ampio interesse, come l’effetto dei mass media sulla gente è prerogativa non solo dei Metal Church, ma anche di altre numerose band Metal, una su tutti i Queensryche. Le coralità e la cadenza vocale di Munroe si avvicina molto a quella del primo Halford dei Judas Priest nel pezzo “Meet Your Maker”, un piacevole tuffo nel passato supportato dai solo delle chitarre e dai cambi di tempo. Pure la successiva “Monster” non si discosta molto dalle coordinate della precedente. Ecco, come avete avuto modo di vedere, sono andato a braccio, questo perchè l’emozione che mi assale durante l’ascolto di una band del genere, mi coinvolge al 100%. Molto Deep Purple sound in quest’ultimo lavoro della chiesa del Metal, ma mi accorgo con gioia che ancora di storie da raccontare ne hanno, per la gioia mia e di tutti coloro che amano l’Heavy metal.

Giovani artisti, futuro del verbo metallico, ascoltate i maestri e fra di loro dedicate un oretta pure a questo “This Present Wasteland”, ne vale certamente la pena. Ciliegina sulla torta? Una produzione eccellente. Sono sicuro che da lassù David Wayne approva e si complimenta. MS

Altre recensioni: A Light In The Dark; The Human Factor


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