È con grande piacere che ritrovo i Narrow Pass con questo secondo
album, sono passati ben tre anni dal precedente lavoro, un tempo abbastanza
lungo, ma che nel mondo del prog non è poi così inusuale,
perché per fare un buon disco occorre tempo, dedizione, abnegazione,
ecco allora che il tempo scorre e alla fine quello che conta è
solo il risultato. Credo che gli appassionati di prog possono mettere
mano al portafoglio, perché per i Narrow Pass gli anni non
sono passati invano, ritroviamo infatti la band con un lavoro maturo
e completo.
Il primo brano “In This World and Beyond – Just For You”
è la piece de resistance, coi suoi dodici minuti e mezzo, una
suite affascinante e solare, caratteristica questa che da sempre contraddistingue
la band ligure. L’inizio è folgorante, la parte finale
un po’ meno e a me ricorda qualcosa di già sentito, il
giudizio complessivo comunque è positivo, la band è
riuscita ad esprimere un ottimo prog sinfonico, molto classico se
volete, ma non privo di spunti personali. “Beyond” è
uno strumentale che riprende certe atmosfere del primo brano e le
approfondisce, nella seconda metà compaiono anche delle partiture
medievali, poi c’è l’esploit finale in crescendo.
“Silver Lady” è più pacata e riflessiva
dei precedenti, densa di una delicatezza femminile molto ben interpretata
dalla singer Valeria Caucino, che in certi momenti ricorda perfino
Enya. “Somewhere By the Sea” parte con atmosfere in pieno
stile space rock, che dopo un gustoso intervento di sax si trasforma
in un coinvolgente rock, quasi hard, poi entrano delle tastiere che
portano il tutto in pieno prog settantiano, un brano strumentale caleidoscopico,
davvero ricco. “Heaven’s Crying” ha una partena
molto delicata, quasi ambient, poi assume dei contorni pinkfloydiani
morbidi e riusciti. “In Your Eyes” è aperta da
un arpeggio di chitarra emozionale, il brano è una ballata
romantica, un po’ sdolcinata, ma che piacerà a tutti
gli innamorati, il finale recupera un po’ di vitalità
con l’ingresso della chitarra elettrica, che esprime un assolo
abbastanza ispirato. “Flying From Ireland” è una
canzone malinconica vagamente celtica e jazzata, piena di nostalgia
e non potrebbe essere diversamente, perché è impossibile
non sentire la nostalgia per questa terra ricca di fascino e magia,
la canzone però è un po’ sotto tono, troppo languida
per i miei gusti.
Il disco è molto bello e sicuramente meritevole di attenzione,
ma secondo me manca un po’ di energia, ovviamente questo è
un parere strettamente personale, se vi piace il prog pacato e morbido
questo disco vi può regalare delle splendide emozioni. GB
Altre recensioni: A
Room of Fairy Queen's;
A New Day
Sito
Web
|