Antonello Cresti è un artista poliedrico, important I suoi 
            saggi musicali, che dimostrano una cultura veramente profonda (collabora 
            saltuariamente anche col nostro sito), ma anche musicista, la sua 
            prima formazione importante sono stati questi Nihil Project ed ero 
            molto curioso di ascoltare questo loro primo disco. La band è 
            stata attiva dal 2001 al 2006. Ovviamente l’amicizia che mi 
            lega ad Antonello può influenzare quanto vado a scrivere pertanto 
            spero siate comprensivi, non è mai facile parlare in termini 
            obiettivi quando si conosce di persona l’autore. Nei Nihil Project 
            ha militato anche il chitarrista Janex. Inoltre nel presente disco 
            si trova il contributo di altri artisti, come Claudio Rocchi (Stormy 
            Six) recentemente scomparso. Citarli tutti sarebbe davvero dispersivo. 
             
            I Nihil Project sono una formazione dall’indole fortemente sperimentale, 
            formatasi nella scena della controcultura fiorentina. Hanno puntato 
            molto sulla provocazione, la loro trasgressività ha sempre 
            cercato di essere “intelligente” e realmente “fuori 
            dagli schemi”. Il primo brano “La Realtà è 
            la Mia Illusione” apre con un cantato arabo per poi andare su 
            terreni elettronici, mentre fa capolino una chitarra decisamente heavy, 
            un mix dai forti sapori. Le diverse culture si mescolano in questo 
            contenitore con proclami che profetizzano un nuovo orizzonte per l’Europa. 
            Non si può negare un certo fascino. “ASC (Altered State 
            of Consciousness)”, i titoli sono già molto precisi nell’indicare 
            la rotta perseguita. Suoni elettronici, giochi d’acqua, improvvisazione, 
            spoken words, space rock ipnotico, un mix ancora sorprendente, ma 
            anche capace di essere intuitivo e non poi così difficile da 
            ascoltare come potrebbe sembrare. Non mancano le denunce al sistema, 
            con attacchi che si dirigono verso i mass media, la religione organizzata, 
            i vari centri di potere politico e non. Quando l’improvvisazione 
            si fa più spinta può diventare difficile seguire le 
            trame sonore di questi visionari musicisti, anche perché si 
            superano i quattordici minuti. “Thelema” chiama in causa 
            nientemeno che Aleister Crowley, di cui si può ascoltare una 
            registrazione. Sempre all’insegna della provocazione il brano 
            si apre con un organo dal sapore liturgico, poi il brano assume connotati 
            etnico rituali. Ancora una volta le suggestioni sono forti e verso 
            il finale direi spettrali. Il quarto brano ha un titolo irripetibile, 
            si tratta ancora di folli trip mentali, con una struttura meno definita, 
            compare anche un tributo a Demetrio Stratos. 
             
            “Electric Dawn” è durissima, con un’elettronica 
            post moderna e decisamente industrial. Il finale è un crescendo 
            metallico. In “Alienazione Metropolitana” addirittura 
            si attacca la famiglia, credo estrapolando dei discorsi molto provocatori 
            di Carmelo Bene, poi vengono citati anche i Beatles di Helter Skelter 
            e altro ancora e tutto sembra diventare una turbolenta Torre di Babele. 
            Ancora più inquietante “La Metafisica delle Vette”, 
            dove ad un certo punto compaiono delle dissonanze a seguire qualche 
            folle declamazione che ricorda alcune cose di Antonius Rex. “……” 
            (Silence) continua sul registro dell’esortazione a cambiare 
            il punto di osservazione delle cose. In un simile carosello di personaggi 
            particolari non poteva mancare lo psicomago Jodorowsky, con estratti 
            dal suo film La Montagna Sacra. Un brano sognante che chiude un disco 
            sicuramente troppo difficile per il nostro pubblico nazionale. 
             
            Difficile fare una valutazione conclusiva di un disco così 
            complesso, che contiene davvero tanti spunti per riflettere. Un opera 
            concettuale dal fascino sinistro. GB 
             
            Sito Web 
             
            Libri di Antonello Cresti: Lucifer 
            Over London; Come to the 
            Sabbat 
             
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