Con l’avvento delle macchine fotografiche digitali sta scomparendo
la pellicola fotografica e le nuove generazioni rischiano di perdere
la familiarità con il concetto di “negativo” riferito
all’arte fotografica, questo concetto (nell’usare il termine
“negativo” non ho nessuna intenzione di natura etico morale)
mi è venuto alla mente analizzando questo nuovo importante
volume di Cresti, un autore molto profondo ed entusiasta, nel senso
che leggerlo è contagioso, perché riesce a trasmettere
in chi legge la voglia di approfondire, di continuare il cammino che
lui ha tracciato, che è una dote inestimabile per chi esercita
la preziosa arte dello scrivere.
Questo libro ha il pregio di poter essere letto utilizzando livelli
molto diversi tra loro e tutti molto validi, il livello più
semplice è quello prettamente musicale, è la storia
della musica esoterica inglese, volendo ci si può fermare qui
e già ce ne sarebbe di carne al fuoco, Cresti mostra una conoscenza
davvero profonda della materia di cui tratta e ogni sua citazione
assomiglia ad un pezzo di un puzzle, che si incastra perfettamente
in un quadro generale più ampio, il tutto condito da una serie
notevole di interviste a diversi personaggi interessanti, che conferiscono
spessore e credibilità a tutto il lavoro. Poi c’è
l’approfondimento storico, perché Cresti ama ripercorrere
i cammini andando indietro nel tempo e cercando le ragioni di un percorso
artistico, che in questo caso è molto complesso e che non è
ad una sola direzione, ed è avvincente leggere come la storia
e la musica siano tra loro interconnesse. Poi c’è un
livello antropologico, perché nell’evolversi della musica
si può intravedere l’evoluzione di un popolo, quello
inglese in questo specifico, un popolo molto orgoglioso, che come
pochi altri si è distinto, nel bene e nel male, per la sua
capacità di influire sulla storia mondiale, basti pensare a
quanto ancora oggi sia presente questo influsso con quel che resta
del Colonialismo. Ma più ancora troviamo un livello filosofico
spirituale, che è quello che interessa maggiormente il sottoscritto,
è il livello per cui questo libro mi ha veramente appassionato.
Il lettore forse non coglierà subito questo livello, perché
l’autore ha seminato continuamente rimandi al lato spirituale
insito nella musica, senza mai farlo in modo troppo esplicito e diretto,
se non nelle conclusioni del libro, dove svela in modo inequivocabile
il suo intento più profondo.
Data la ricchezza che ho cercato di far emergere, temo mi sarà
molto difficile riuscire ad approfondire tutti gli aspetti e i temi
che ho trovato leggendo Come to the Sabbat, ma spero di riuscire nell’intendo
di parlare con chiarezza di argomenti molto complessi e che meriterebbero
sicuramente approfondimenti più curati e meditati di quanto
probabilmente non riuscirò a fare in questa occasione e di
questo mi scuso con voi lettori, nella speranza di poter tornare in
un prossimo futuro su alcuni concetti che mi stanno più a cuore.
Noi viviamo in un mondo “cristianizzato” e il libro di
Cresti parte proprio dalla “cristianizzazione” dell’Inghilterra,
un processo che in passato in certi ambienti è stato visto
come un avanzamento culturale, ma questo processo, lo sappiamo, ha
fatto delle vittime. Ora non voglio ripercorrerne tutti i dettagli,
ma con una forte sintesi mi limito a ricordare come una volta le vittime
erano i martiri cristiani, poi con la conversione dell’imperatore
Costantino il cristianesimo è diventato la religione di stato
ed ha preso sempre più potere, un potere sempre più
politico e sempre meno spirituale e i cristiani da perseguitati si
sono trasformati in persecutori, in particolare degli altri culti,
i cosiddetti culti pagani, visti spesso come qualcosa di primitivo
e di malvagio, qualcosa da disprezzare, qualcosa da combattere e debellare,
spesso purtroppo anche con la violenza, in fondo anche il sostituire
le feste pagane con quelle cristiane è stato visto come una
forma di sopraffazione. È abbastanza paradossale che la religione
dell’ “Amore”, abbia utilizzato per imporsi metodi
non proprio amorevoli.
Oggi i culti neo pagani stanno riemergendo, c’è tutto
un rifiorire di movimenti legati alla riscoperta dei valori pagani
e questi sono molto evidenti nel panorama musicale, in particolare
quello inglese, sembra una sorta di rivincita sul cristianesimo e
molti lo vivono con questo spirito, cristianesimo che ultimamente
sta vivendo una fase di profonda difficoltà e di sicuro oggi
i cristiani, quelli che prendono seriamente la loro appartenenza al
cristianesimo, nella nostra società occidentale non sono più
la maggioranza. Antonello ripercorre questo cammino di riscoperta
dei valori neo pagani, il cammino di un popolo che ha voluto riappropriarsi
delle proprie origini. Questo tema lo troviamo anche in alcuni volumi
precedenti dello stesso autore, che prosegue il discorso aumentando
sempre più il livello di approfondimento. Nel libro di Cresti
c’è una profonda e motivata contestazione del cristianesimo,
non tanto nei suoi valori o nei suoi principi spirituali, ma per come
si è imposto e per come ha preteso di influire sulla vita delle
persone. Da cristiano mi sento di condividere le analisi di Cresti,
anche se la mia visione forse è diversa dalla sua, perché
i risultati di questo processo di decristianizzazione dell’occidente
sono stimmatizzati da statistiche impietose, che vedono un arretramento
generale e progressivo, che non sembra ancora giunto alla sua conclusione
e le cui cause sono molto variegate e particolarmente complesse.
Ma la cosa che più mi ha fatto riflettere è come il
cammino neo pagano proposto dall’autore sia veramente molto
simile al cammino di ascesi cristiana. La tesi di Cresti è
che avendo il cristianesimo desacralizzato gli aspetti più
umani e terreni dell’esistenza in favore di una mistica ultraterrena
di difficile attuazione nel quotidiano, ecco che le persone hanno
cercato di riappropriarsi della sacralità della vita terrena
e hanno trovato nel paganesimo la risposta a questo bisogno di sacro,
bisogno che è insito nell’uomo, di ogni cultura e latitudine.
Ecco allora perché ho usato il concetto di “negativo”,
l’uomo neo pagano cerca il sacro nell’esistenza terrena,
allo stesso modo l’uomo cristiano cerca il sacro attraverso
un cammino terreno, che sembra opposto a quello neo pagano, entrambe
cercano il sacro, i percorsi sono diversi, ma l’obiettivo appare
comune. In realtà non c’è nessuna differenza e
la fotografia è unica, perché quando si parla di ascesi
e di ricerca del sacro ecco che può avvenire l’incontro,
ecco che cristiani e non cristiani possono condividere percorsi di
elevazione che hanno fondamentalmente la stessa meta, l’ascesi
personale.
In realtà il cristianesimo più vero, non quello di superficie,
non adotta la dicotomia terra contro spirito, carne contro anima,
ma considera l’esperienza terrena così importante che
Dio stesso ha voluto sperimentare la corporeità, facendo assumere
al Verbo (il Cristo) la natura umana, abbracciando la natura umana
a tal punto che Cristo con la resurrezione porta l’essere vero
uomo all’interno della Trinità stessa. Quale dignità
ha dunque l’essere uomini per i cristiani. Questa è la
massima affermazione del valore dato dal Dio cristiano alla esperienza
umana, cosa che non è assolutamente in contrasto con i principi
pagani, ma ne è piuttosto un completamento.
Comunque ogni religione (mi si passi il termine, anche se usato impropriamente)
ha nel proprio fondamento un’immagine vera di Dio, sono molti
più i punti di contatto fra le religioni che non quelli che
realmente le dividono, se si va alle motivazioni profonde del credere,
si scopre, non senza stupore e meraviglia, che sono molte più
le cose che uniscono i fedeli di diversi credi di quelle che li dividono
e queste non sono parole mie, ci sono eminenti esponenti della Chiesa
che fanno queste affermazioni (anche se ancora poco ascoltati). Piuttosto
è vergognoso pensare a come le religioni siano state usate
per dividere (mi piace ricordare che il significato greco della parola
“diavolo” è proprio quello di divisore) le genti,
piuttosto che per unirle.
Cresti nella sua analisi sottolinea gli aspetti meno caritatevoli
del cristianesimo e da cristiano mi duole riconoscere come l’atteggiamento
di molti fedeli abbia creato incomprensioni, barriere e steccati e
che abbia di fatto allontanato molte persone “in ricerca”,
mostrando un volto di Dio che non era più capace di appassionare
l’uomo. Un importante filosofo ateo disse che quando l’uomo
si crea un’immagine dell’uomo migliore di quella di Dio,
allora l’uomo diventa ateo e questo è proprio quello
che hanno fatto certe persone religiose, hanno creato un’immagine
perversa di Dio, un Dio spione, giudice severo, arcigno e vendicativo,
mentre Gesù era venuto a mostrarci il Dio dell’amore,
il Padre che accoglie il figlio dissoluto a braccia aperte e soprattutto
senza rinfacciargli nulla, il pastore che cerca la pecora smarrita,
un Dio che non spezza mai la canna piegata.
Non è un caso infatti se molti personaggi estremi come Aleister
Crowley e come tante rock star particolarmente trasgressive (da Alice
Cooper a Marilyn Manson), abbiano avuto alle spalle storie di famiglie
molto rigide e moraliste, molti cristiani hanno scambiato troppo spesso
la “morale” con la fede, facendo danni di cui solo adesso
si cominciano a vedere con chiarezza i frutti. Per molti cristiani
solo il fatto di citare personaggi come Aleister Crowley fa venire
i brividi e anche una certa repulsione, subito si pensa al satanismo
e a riti inconfessabili. Ma anche più semplicemente parole
come esoterismo, alchimia e magia, per molti hanno già un alone
alquanto sospetto. Ma posso affermare con grande serenità,
che quasi sempre i sospetti sono dettati dalla mancanza di conoscenza
e che si basano quasi sempre su pregiudizi ingiustificati. Pochi sanno
che esiste un esoterismo “cristiano” e che il termine
altro non significa che insegnamento “nascosto”. Nell’alchimia
poi la ricerca della famosa pietra filosofale non è altro che
un cammino di ascesi, dove la pietra filosofale è il Cristo,
che non tramuta i metalli in “oro”, ma che trasforma in
“oro” la vita del credente. Allo stesso modo e con cammini
diversi i pagani cercano l’ascesi, il loro obiettivo non è
quello cristiano, ma è comunque un cammino di elevazione spirituale,
quindi sia i cristiani che i pagani, se vogliono fare sul serio, sono
chiamati all’ascesi. Non è un caso che uno dei personaggi
più controversi appartenenti al mondo dell’esoterismo,
Alejandro Jodorowsky, abbia scritto un libro molto interessante, I
Vangeli per Guarire, dove la chiave di lettura non è quella
cristiana, ma mostra come l’insegnamento di Cristo sia apprezzabile
anche per chi non è cristiano, mostra come l’esperienza
di Cristo sia valida anche per chi fa cammini diversi e questo dovrebbe
far riflettere in primis proprio i cristiani che molto spesso non
hanno una conoscenza sufficientemente approfondita di quanto racchiuso
nei Vangeli, che prima di tutto sono vie di umanizzazione. In altre
parole anche un “non” cristiano può seguire l’esempio
di Cristo verso la perfezione, senza il bisogno di riconoscerne la
natura divina e questo non deve scandalizzare, ma far comprendere
ancora di più quanto appunto sia grande la figura del Cristo.
Dobbiamo essere molto riconoscenti a Cresti di questo suo libro e
soprattutto come cristiani, perché Antonello ci ha mostrato
tutto il valore di un cammino umano, che non è in contrasto
con quello cristiano e se ci sono state delle divisioni, in questo
libro si possono trovare gli spunti per ricostruire sui valori comuni
le ragioni dell’amore universale raccontato dal Cristo con la
sua testimonianza terrena.
Ecco allora il messaggio di Cresti: la musica esoterica è una
via di ascesi, secondo l’autore è un percorso molto vicino
alle sensibilità pagane, con una interconnessione particolarmente
accentuata. Ma a me piace pensare che in fondo in ogni musicista c’è
un uomo che esprime, attraverso la musica, il suo profondo desiderio
di comunicare con il prossimo, la sua voglia di giustizia, la sua
sete del divino, tutti valori che ci vedono fratelli al di là
di ogni nostro credo. Attraverso la musica ci scopriamo capaci di
parlare tutti lo stesso linguaggio. Se poi fossimo capaci di ridare
a Dio il suo vero volto, un volto di profondo amore verso tutti, allora
potremmo scoprire come questa fratellanza sia più reale e bella
di quanto abbiamo mai osato sperare. GB
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