Rock Impressions
 

INTERVISTA AI NORTHWINDS (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

Parliamo subito del nuovo disco, quanto tempo avete impiegato per comporlo e registrarlo?
Abbiamo impiegato circa tre anni per finire tutte le canzoni presenti sul nuovo disco. Di solito lavoriamo su due brani contemporaneamente finché ci sembrano pronti dopodiché iniziamo a registrarli.

Ci puoi descrivere i brani del nuovo album?
“Over the mountain” è stata realizzata in contemporanea con “The Night of the Witch”, apparsa sul tributo ai Death SS, pubblicato dalla Black Widow. Io ho suonato la chitarra, il basso e ho cantato nella parte più atmosferica del brano. Sylvain ha suonato la batteria e ha cantato le parti restanti, mentre Marco ha suonato le tastiere. Si tratta di un brano molto rappresentativo del nostro stile, è puro Northwinds al cento per cento e va ascoltato molte volte per cogliere le diverse atmosfere contenute nel pezzo.
“Lost paradise” è, probabilmente, il pezzo più heavy metal del nostro repertorio. Un brano che si presta molto ad essere suonato dal vivo, con un riff molto eighties. Molte parti sono state realizzate con due chitarre suonate da me e David.
“Entre chien et loup” è una delle rare canzoni in francese che facciamo. L’abbiamo composta durante una vacanza in campeggio presso la piccola montagna di Morvan in Borgogna, suonando chitarre e flauto attorno ad un fuoco. Un’atmosfera molto particolare durante una notte di luna piena, con l’aiuto anche di una buona dose di vino. Abbiamo lavorato molto in studio per cercare di ricreare la stessa magica situazione di quando è stata composta.
"Violet Rainbow" è una classica doom song con testi molto tristi, è il mio brano preferito per la resa delle voci.
"Broceliande" è un'altra canzone in francese che parla di uno dei nostri posti preferiti: la foresta di Broceliande in Bretagna, un'area veramente magica e molto creativa.
"King of the green moutain" è una heavy tack senza tastiere, molto eighties.
"Dancing in moonlight" racconta di un festival in Avignone. Ci aveva molto emozionato la coreografia e il bel travestimento di una ballerina vestita da Morte sotto le calde luci di Avignone, un momento magico e stregato.

C'è un concept che lega le canzoni?
Cerchiamo di ricreare in ogni nostro brano un’atmosfera incantata, cerchiamo di comporre musica strettamente collegata con la magia, musica evocativa.

L'album Master of Magic contiene canzoni vecchie e nuove, che differenze ci sono, a me sembra che nelle nuove canzoni siano meno presenti gli elementi folk?
Non abbiamo mai composto tutte le nostre canzoni nello stesso periodo, pertanto cerchiamo di scrivere canzoni diverse fra loro, ognuna con una propria atmosfera diversa. Non abbiamo mai voluto che un nostro brano assomigliasse ad un altro e proprio per questa ragione evitiamo di scrivere i pezzi insieme. Inoltre, non credo che nel nuovo disco ci sia un utilizzo minore delle melodie celtiche e folk.

Secondo me The Great God Pan è più poetico, mentre Master of Magic è più stregato...
E’ possibile, ma per noi è difficile poterlo dire.

Come gestite il processo compositivo all'interno del gruppo?
In generale io compongo la maggior parte delle musiche e delle parti ritmiche. Sylvain scrive i testi e le linee melodiche. Marco apporta le sue influenze celtiche e folk, mentre Benjamin e Benoit forniscono energia e forza. Però questo non è un processo strutturato, il tutto avviene in un processo di tipo alchemico in cui si uniscono le nostre personalità e ne esce la musica dei Northwinds.

Com'è nata la collaborazione con Steve Sylvester?
Steve Sylvester aveva apprezzato il nostro arrangiamento al brano apparso sulla compilation tributo ai Death SS. Essendo in rapporto con la Black Widow si mise in contatto con noi per poter realizzare un contributo al nostro nuovo disco. Ovviamente abbiamo detto di si, perché noi tutti siamo fans dei Death SS e per noi era un vero onore avere un suo contributo sul nostro disco.

Siete soddisfatti del suo contributo?
Si, siamo davvero soddisfatti. Ci sembra che Master of Magic sia più ricco e penso che necessiti di più ascolti rispetto a Great God Pan per essere apprezzato nel suo complesso.

Ascoltando la vostra musica si sentono molte influenze, dai Black Sabbath ai Jethro Tull, ma quanto vi sentite legati a questi gruppi? Ci sono altri artisti che volete ricordare?
Ci sono dei gruppi amati da tutti noi come i Black Sababth, gli Ange, i Candlemass, i Witchfider General per esempio. Sicuramente ognuno di noi ha delle proprie preferenze, ma penso anche che la nostra musica sia un mix di influenze molto più ampio che ricomprende generi musicali molto diversi fra cui il progressive rock degli anni settanta, l’heavy metal degli anni ottanta, il doom e il black metal dei novanta.

Siete un gruppo che travalica i limiti temporali, c'è una certa nostalgia nel vostro sound?
Certamente amiamo le atmosfere tipiche della musica degli anni settanta, ci piace sperimentare e scoprire anche nuovi suoni. Ci piace comporre canzoni molto lunghe e complesse, fatte anzitutto col cuore, non ci interessano le hit per le radio.

Pensate ci sia ancora posto per i gruppi doom oggi?
Molte bands hanno costruito la propria fortuna sul Doom, come i Cathedral e i Candlemass, ma solo i gruppi che credono veramente nel Doom metal possono fare questa musica senza fare della musica di merda. E' un genere musicale molto puro e per questo è molto importante che possa mantenere uno spazio nel panorama musicale. Stay DOOMED.

Mi sembra che il Doom sia più di un genere musicale, uno stile di vita, una grande metafora?
Le emozioni vengono prima di tutto e sono la cosa più importante.

Nei vostri testi parlate di paganesimo e le vostre canzoni sembrano molto esoteriche, cosa volete comunicare a chi vi ascolta?
Le nostre liriche sono ricche di immagini che possono avere molteplici interpretazioni per molta gente: si possono trovare più chiavi di lettura per i nostri testi. La nostra speranza è che ognuno possa trovare un collegamento con il proprio stato mentale.

Avete una filosofia di vita?
No, non siamo interessati a questo tipo di cose, per noi si tratta solo di trasmettere emozioni tramite la musica.

Come vivete la realtà quotidiana fuori dal gruppo? che tipo di persone siete?
Io ho 35 anni e due figli e vivo a Parigi. Sylvain ne ha 32 e un figlio. Marco 34 e un figlio. Benjamin e Benoit sono studenti. Abbiamo vite normali e cerchiamo di mantenere in vita i nostri sogni e la nostra creatività coi Northwinds, questo ci permette di fuggire dallo stress della vita quotidiana.

Come mai avete scelto una piccola etichetta italiana per incidere i vostri dischi?
Abbiamo davvero un ottimo rapporto con la Black Widow ed è un vero peccato che viviamo così distanti. Sono persone con cui riusciamo a condividere le nostre emozioni e che ci permettono di esprimerci al meglio, pertanto si è trattato di una scelta molto naturale.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Il nostro progetto più vicino è la realizzazione di un terzo album. Abbiamo già iniziato a scrivere del nuovo materiale e inizieremo a registrare la prima canzone molto presto. Un caloroso saluto a tutti i nostri fans italiani.

GB

Recensioni: Masters of Magic

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