Non è usuale che una band voglia tornare a mettere le mani
su un disco, ma evidentemente i prog metallers americani Odin’s
Court non erano rimasti contenti della resa sonora del loro lavoro
di esordio e quindi ecco che lo ritroviamo in versione 3R, ovvero,
rimixato, rimasterizzato e alcune parti vocali sono state ri-registrate.
Un’operazione che avevano già fatto in parte con l’album
The Warmth of Mediocrity. Se volete è come un pittore che insiste
sullo stesso soggetto per raggiungere una perfezione ideale o forse
anche solo perché la sua sensibilità nel tempo è
cambiata e ora sente il bisogno di aggiungere o togliere qualcosa.
Quindi credo che l’operazione in sé meriti di essere
guardata con attenzione.
La scena prog americana è sempre stata particolare, in un certo
senso è stata avara, pochi i gruppi, partiti in notevole ritardo
rispetto agli europei, ma quei pochi hanno spesso raggiunto l’eccellenza,
in particolare in campo prog metal. Cito qualche nome a caso: Rush,
Echolyn, Rocket Scientists, Dream Theater, Three, Neal Morse, Spock’s
Beard, Symphony X. Gli Odin’s Court entrano di diritto in questa
schiera. Il loro prog metal è di ottima fattura e ce ne eravamo
accorti subito, però questo album meritava una resa sonora
che mettesse in giusto risalto le qualità del gruppo. Ed ecco
qui il disco messo a lustro, con una nuova veste grafica, in particolare
l’interno del booklet è molto più curato e leggibile
dell’originale, anche se preferivo la prima cover. I brani sono
gli stessi, ma la nuova veste li fa sembrare un’altra cosa.
Molto più brillante e nitida, con buona resa di tutti i singoli
strumenti. Sul livello tecnico faccio presente che rileggono un classico
di Beethoven in chiave prog metal, “Ode to Joy” mostra
tutta la bravura di questi musicisti, ma virtuosismi a parte troviamo
una costruzione molto personale dei brani, che non ricalca altri modelli.
Una band quindi con una personalità decisa. Il loro prog è
molto chitarristico, ma i virtuosismi sono misurati, al centro c’è
sempre il desiderio di proporre composizioni molto teatrali ed emotivamente
coinvolgenti.
Vale la pena di riscoprire questo album in questa nuova veste, in
particolare se non avete ancora dato una chance a questa band di provato
valore. GB
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