Riapre l’Officina dei fratelli Seravalle, che ci avevano sorpresi
con un disco d’esordio duro, oscuro, molto sperimentale e profondo,
che aveva mostrato una grande attitudine musicale.
Questo nuovo lavoro ha caratteristiche molto simili al precedente,
il mix di elettronica, free jazz e rock progressivo è ancora
il tessuto primo a cui fanno riferimento i fratelli. Si può
parlare anche di trip-hop, ma non è corretto inscatolare un
progetto dove regna sovrana la creatività. Si può ascoltare
questo album tutto d’un fiato o a singoli brani, in ogni caso
sono molti gli stimoli che si ricevono e, per quanto mi riguarda,
tutti positivi. La differenza col disco precedente è che questo
mi sembra più diretto e in qualche misura accessibile.
Ho ascoltato diversa musica sperimentale e spesso questa parola si
coniuga con “difficile”.
Devo dire che i Seravalle sono riusciti a fare un disco avanguardistico,
ma al tempo stesso godibile, senza mai concedersi al frivolo e all’easy.
Notevole! Quanto deve essere bello condividere con un fratello un
progetto così creativo? GB
Altre recensioni: Us Frais Cros Fris Fics
Secs; Blecs; Ledros
|