I
tedeschi Pink Cream 69 sono una realtà dell’Hard Rock
radicata nella storia, grazie al sound ineccepibile, sempre diretto
ed orecchiabile a cui ci hanno abituato. L’inserimento del chitarrista
Uwe Reitenauer non è altro che la ciliegina sulla torta e che
torta!
Sono serviti tre anni per concepire questo lavoro, “Thunderdrome”
aveva già anticipato l’evoluzione della band ed il quintetto
anche questa volta non ha tradito le attese. Dieci anni di carriera
dedita al rozzo Hard Rock, senza mai cadere in compromessi ed i nostri
hanno evitato le grandi classifiche solo per il piacere di suonare
ciò che amano e credetemi se vi dico che godono di credenziali
per poter sfondare nel music business.
Il sound della band si irrobustisce, basta ascoltare il trittico iniziale
“Children Of The Down”, “No Way Out” e “Crossfire”
per realizzare il contenuto al quale stiamo per accedere. Sono 13
brani di adrenalina pura, in the face, ben prodotti e suonati. Tennis
Ward oltre che bassista, si propone, o meglio si conferma promessa
nel campo produttivo, con lui in futuro ne ascolteremo delle belle.
A differenza degli altri dischi questo “In10sity” si presenta
più variegato, in esso aleggia come già detto l’Hard
Rock, ma anche AOR e… Hard Prog alla Fates Warning (“Desert
Land”). David Readman sciolina una prova al microfono nettamente
sopra le righe, così il greco Kosta Zafiriou alla batteria.
Personalmente mi colpisce molto il mid tempo di “Hour Of Freedom”,
ma questa è solo una questione di gusti personali, perché
questo lavoro straborda di emozioni, malgrado la sua già citata
semplicità.
I Pink Cream 69 ci dimostrano che non bisogna obbligatoriamente fare
un disco all’anno per sentirsi considerati, basta parlare quando
si ha qualcosa da dire e ben vengano pure tre anni di silenzio se
il risultato finale è “In10sity”. Chapeaux! MS
Altre recensioni: Food For Though; Live
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