Milan Polak per il nuovo disco tira fuori i muscoli e non è
un gioco di parole ispirato dalla copertina del cd, è davvero
lo spirito che ha animato il nostro per questo suo terzo album. La
prima cosa che vale la pena di notare è che Milan ha scelto
di fare un disco cantato e non più strumentale e questa scelta
è sicuramente interessante, sia per valutare le effettive capacità
compositive del nostro, sia per raggiungere un pubblico più
vasto dei soli maniaci della sei corde.
Polak sembra non aver più bisogno di dimostrare la sua innegabile
bravura, ora ci dimostra che anche dietro il microfono ci sa fare
eccome, ha un’impostazione molto blues, al suo fianco poi ci
sono dei mostri come Randy Coven e John Macaluso, per alcuni brani
troviamo anche Fabio Trentini al basso (nome per me nuovo). La musica
che esce dai solchi di questo cd è diretta e potente, un hard
rock con una solida base blues, alla Aerosmith per intenderci, che
va dritto, dritto al cuore dell’ascoltatore.
Le tredici traccie mostrano un artista perfettamente a suo agio in
questa nuova veste e devo dire che questo è di gran lunga il
migliore dei tre album che il nostro ha registrato. Non preoccupatevi,
se cercate virtuosismi di chitarra questi non mancano di certo, solo
che sono più diluiti e ci sono più parti ritmiche e
anche in queste Milan dimostra di saperci fare, non che avessi dei
dubbi. In definitiva abbiamo per le mani un disco divertente e molto
ben riuscito, con un artista che ha provato a cambiare e che è
riuscito a migliorare ancora.
Milan Polak mi è piaciuto fin dalla prima volta che l’ho
ascoltato, perché la sua musica è solare e vitale, i
suoi solos sono pieni di luce e di voglia di vivere, poi ho scoperto
che è anche una persona con cui è molto piacevole avere
a che fare, simpatico anche di carattere, oggi ho la conferma che
riesce bene anche al canto, certo non è un singer particolarmente
dotato a livello di estensione vocale, ma non è questo che
conta, quello che conta è che Straight è un gran bel
disco. GB
Altre recensioni: Dreamscapes; Guitar
Odyssey; Can't Please Everyone
Intervista
www.milanpolak.com
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