Mentre ci sono gruppi come gli Asia che continuano a giocare coi fantasmi del loro passato, alla ricerca di una forma che viene prima della sostanza, ecco che invece ci sono i Pride of Lions del volonteroso Jim Peterik (ex Survivor) che stanno sfornando un disco più bello dell’altro, all’insegna di un pomp rock de luxe che farà la gioia di tanti fans altrimenti rassegnati ad una serie di dischi di dubbio valore. Attenti però al ritorno dei Magnum, i veri “signori” del pomp che hanno appena sfornato un album notevole di cui vi parleremo presto.

Peterik e soci sono più attivi e in forma che mai e questo nuovo album è la dimostrazione di quanto ho detto. Dodici tracce piene di energia e di buone idee, l’apertura è affidata alla brillante “Heaven on Earth”, che mette subito il buon umore, ottimi ritornelli e grandi linee melodiche, dal vivo deve fare sfracelli. L’epica “Book of Life” non è certo da meno, un brano che si inserisce perfettamente nella tradizione pomp e diventa un nuovo classico del genere. Senza voler fare un resoconto troppo puntiglioso, voglio sottolineare gli ottimi i duetti di voci dei due singer Toby Hitchcock e Peterik, che sembrano due giocatori che si passano la palla, cercando sempre di emozionare chi ascolta, un ottimo esempio è l’anthemica title track. Tutto oro quello che brilla? No, verso il finale ci sono dei momenti deboli, conditi da melodie facili e già sentite come in “Secret of the Way” e “Astonish You”, ma nel complesso non sono episodi preoccupanti, più che altro si tratta di un paio di filler. Comunque ci pensa la conclusiva “Turnaround” a sistemare la partita.

Nel complesso The Roaring of Dreams è un ottimo disco di pomp rock, dove i sogni dei musicisti riescono a diventare anche i sogni di tutti i loro fans, un sodalizio che si accrescerà con questo disco e che fa ben sperare per il futuro di questo genere musicale, che ultimamente non ha regalato molte emozioni, ma le cose sembrano cambiate. GB

Altre recensioni: The Destiny Stone; The Roaring of Dreams

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