Resto subito colpito da un particolare quando prendo in mano il sesto
album in studio dei belgi Quantum Fantay, nel retro ci sono scritti
i titoli dei quattro brani contenuti nell’album, e curiosamente
sono tutti della durata di 11 minuti. Ma il singolare è che
il primo dura 11.11, il secondo 11.12, il terzo 11.13 e il quarto
11.14, ed il perché mi è sconosciuto. Per non parlare
dei titoli: “Nimbo”, “Rimbo”, Cacimbo”
e “Limbo”. Ma le sorprese non finiscono qui, lo stile
Quantum oramai lo si conosce, Space Rock abbinato al Prog con moltissime
altre influenze, però più vanno avanti con gli anni
e più riescono a dare sfogo alla loro musica. Ecco allora trip
dance, dub, strumentazioni etniche, Progpunk e musica cosmica, non
a caso si gode anche della presenza dell’ospite Ed Wynne dei
Ozric Tentacles, band evidentemente ispiratrice per i belgi.
Siamo inevitabilmente avanti ad un trip sonoro, un viaggio senza ritorno
dove la mente si lascia trasportare dai suoni. Donne danzano nell’artwork
cartonato che accompagna il cd, chi con veli, chi con il fuoco, ed
è un immagine emblematica, che ben si sposa all’ascolto.
Pete Mush (synths e programmi), Jaro (Basso, chitarra), Gino Bartolini
(batteria e percussioni) e Tom Tas (chitarre), sanno suonare bene
questa musica spaziale che si sorregge sopra importanti travi melodici.
In un viaggio prettamente strumentale, importante è il ruolo
degli assolo, i strumentisti si alternano in brevi fughe anche se
in realtà è l’insieme che viaggia all’unisono.
Musica e colori, ritmi e sensazioni, sono queste le armi vincenti
dei Quantum Fantay e loro bene le sanno adoperare, lasciandoci sospesi
nel limbo.
Chi segue il Rock Psichedelico sa bene cosa intendo quando descrivo
con questi aggettivi, così chi segue il Progressive Rock mi
capisce quando dico che le tastiere a volte ricalcano stilemi cari
a band inglesi degli anni ’80. Eppure alla fine, malgrado tutti
questi riferimenti il mondo Fantay risulta essere a se, relegato nello
spazio arioso della mente sognante di chi ascolta.
“Dancing In Limbo” è un disco che può piacere
ad un vasto pubblico, vuoi per i riferimenti dati e anche perché
è molto orecchiabile, ruffiano, si sfrega all’ascoltatore
come un gatto che vuole mangiare. In definitiva lo consiglio a tutti,
non ad un pubblico in particolare, anche se chi è cresciuto
ascoltando i primi Porcupine Tree avrà di che godere.
Quantum Fantay è diventato a tutti gli effetti un nome di garanzia
e quindi… altro giro altra corsa, alla prossima! MS
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